Mentre si aspetta il voto per il Quirinale a gennaio continua la lotta per i seggi. La giunta per le immunità del Senato presieduta da Maurizio Gasparri (Fi) ha riaperto il caso del patron della Lazio, Claudio Lotito, reclamando il posto per lui. L’ex presidente del Senato, Pietro Grasso (LeU), invece, insieme ad altri parlamentari, ha scritto alla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, per chiedere che venga rispettato il volere dell’Aula e si faccia un’ulteriore disamina del caso. 

Nel frattempo il seggio resterebbe di fatto a Vincenzo Carbone, senatore passato dal gruppo azzurro a Italia viva. Alla fretta sul caso Lotito, corrisponde un ritardo sulla sostituzione del senatore Adriano Cario, su cui pesa un’indagine per brogli e dichiarato decaduto. Gasparri e Casellati hanno deciso di prendere tempo per decidere.

La fretta

Il 16 dicembre la giunta delle immunità del Senato ha dato il via libera alla relazione dell'azzurro Adriano Paroli che ha chiesto ufficialmente che il seggio campano di Carbone venga invece assegnato a Lotito. Lotito nel 2018 si era candidato con Forza Italia in Campania per Palazzo Madama, ma al suo posto era stato eletto Carbone. Il presidente della Lazio ha sempre sostenuto di essere stato vittima di un conteggio errato e ha presentato ricorso. La giunta presieduta da Gasparri alla fine del 2020, dopo il passaggio di Carbone tra i renziani, ha deciso di sostenere la causa di Lotito e la sostituzione.

Il caso però, una volta approdato in Aula il 2 dicembre scorso, ha preso una direzione diversa. La maggioranza ha rilevato che i dati di proclamazione su cui si fondava la proposta erano sbagliati e viziati da errori formali e ha deciso di rimandare tutto in giunta, per un supplemento di indagine. Paroli (Fi) ha proposto ancora una volta che Lotito entri in parlamento al posto di Carbone.

La nuova relazione ha ottenuto 11 voti favorevoli dal Centrodestra compatto e dalle Autonomie. Nove contrari, Pd, M5s, Iv e Misto. «Ad impossibilia nemo tenetur – ha commentato il senatore forzista -. Sul caso Lotito l'Aula deve pronunciarsi definitivamente. Nell'imminenza dell'elezione del presidente della Repubblica, il Senato ha la necessità e l'urgenza di definire le contestazioni sull'elezione di alcuni senatori».

La risposta è arrivata pochi giorni dopo. Per Grasso, Gregorio De Falco (Ex M5s), Elvira Evangelista, Agnese Gallicchio e Grazia D’Angelo (M5s), non è stata rispettata «la volontà dell’Assemblea e la sovranità delle sue deliberazioni». Grasso e gli altri hanno scritto a Casellati accusando la maggioranza in giunta di aver votato «più per ragioni di appartenenza politica che di un’oggettiva valutazione dei dati e degli strumenti a disposizione». Per loro «si va così configurando il disconoscimento del mandato dell’Aula in una forma che tenta di piegare alle convenienze di parte la volontà popolare».

Attesa per Cario

Se da una parte Forza Italia ha fretta su Lotito, chiede di aspettare sul caso di Adriano Cario. Il primo candidato a succedergli è il suo sfidante del Pd, Fabio Porta, ma sia Gasparri sia Casellati hanno deciso che è meglio valutare ancora la decisione.

Cario era stato eletto nel 2018 in America latina nelle liste dell'Unione sudamericana emigrati italiani, ma la procura di Roma ha aperto un’indagine per presunti brogli riscontrando più voti espressi dagli stessi elettori, alcuni in più seggi. Attraverso perizie calligrafiche e analisi chimiche degli inchiostri, ha stabilito che oltre 2000 schede elettorali sarebbero state contraffatte con la preferenza (il nome Cario) scritta sempre dalle stesse mani.

Il due dicembre il suo caso è arrivato in Assemblea dove è stato approvato l’ordine del giorno che non convalida l’elezione di Cario, ma è stato respinto quello che, dando ragione a Porta, rende automatico il passaggio del seggio al Pd. Casellati ha perciò specificato che l’Aula «ha confermato la decadenza del senatore Cario e la giunta prenderà tutto il tempo che ritiene necessario, non oggi ma in un'altra seduta, per stabilire chi succederà a Cario». Al momento il posto resta vuoto. Entrambe le questioni verranno riprese a gennaio, mese in cui è fissato il voto del nuovo presidente della Repubblica.

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