L’annuncio è arrivato con pochi giorni di anticipo rispetto all’inizio, ma Fratelli d’Italia punta molto sulla sua manifestazione più rappresentativa. Atreju 2021, la festa dei giovani del partito che nel tempo è diventata luogo di dibattito politico della destra, si svolgerà dal 6 al 12 dicembre a Roma e per l’occasione è stata riservata una piazza all’ombra del Vaticano come piazza Risorgimento.

Sul palco, voci ufficiose annunciano la presenza tra gli ospiti dei ministri della Giustizia Marta Cartabia e della Transizione ecologica Roberto Cingolani e il segretario del Partito democratico, Enrico Letta. Atreju, infatti, è storicamente il luogo dell’incontro e del dialogo con partiti e forze opposte e proprio l’elenco degli esponenti esterni al partito ha fatto la forza della kermesse.

La presentazione ufficiale sarà domani nella sede del partito di via della Scrofa, ma già il titolo di questa edizione – “il Natale dei conservatori” - è emblematico del nuovo corso verso cui si sta orientando la leader Giorgia Meloni.

Se il linguaggio è indice di cambiamento, infatti, la scelta del termine “conservatori” è una piccola rivoluzione per il mondo della destra dalla cui tradizione viene Fratelli d’Italia. Sul fronte culturale, si tratta di una evoluzione rispetto ai due mondi che si sono coagulati intorno al partito – quello della destra sociale da cui la stessa leader proviene e quello più liberale che fa riferimento a Guido Crosetto – ma soprattutto rispetto al sovranismo.

Il sostantivo, che pure ha sempre caratterizzato più la Lega di Matteo Salvini, è stato parte del lessico comune anche di FdI. Oggi, invece, è in atto una operazione di allontanamento da quell’orbita per costruire quello che viene definito da uno degli organizzatori «il vero partito conservatore italiano». In una parola, un partito di destra inserito nelle dinamiche europee e presentabile a livello internazionale, dunque più funzionale all'evoluzione politica che Meloni vuole costruire per sè.

I conservatori

Politicamente, la svolta è cominciata nel 2020, con la partecipazione della leader al National conservatism conference che si è svolta a Roma. Poi è seguita l’adesione e la presidenza di Meloni del gruppo dei Conservatori e riformisti europei (Ecr). 

Questo ha significato spostare lentamente il partito su una posizione diversa da quella leghista. Quella che Francesco Giubilei, editore della rivista “Nazione futura”, definisce «una corrente di pensiero che coniuga gli aspetti positivi del mondo liberale classico come le campagne contro la pressione fiscale e la burocrazia, e del sovranismo, come la tutela dell’interesse nazionale, dei confini e del ruolo dello stato nei settori strategici». Tralasciando però le derive neoliberiste e i caratteri populisti del sovranismo. 

Per la galassia meloniana si tratta di più che una rivoluzione. Nel 2017, il termine “conservatori” era impronunciabile a destra, perché rimandava (e in parte continua a rimandare) a un immaginario estraneo a quel mondo. Ecco perché sceglierlo per Atreju è un segnale simbolico tutt’altro che trascurabile e preciso. 

Tanto che durante la festa, a cui interverrà dal palco anche Giubilei, Nazione Futura distribuirà una rivista sul conservatorismo in cui mettere a fuoco proprio i connotati culturali di questa nuova anima di Fratelli d’Italia.

Meno antisistema e meno antieuropeista, ma più vicina a quella "normalizzazione” necessaria perchè Meloni possa davvero aspirare alla leadership del centrodestra e, in futuro, anche a Palazzo Chigi.

 

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