Politica

Caro La Russa, anche un padre può condannare uno stupro

  • Le reazioni alle parole di Ignazio La Russa a difesa del figlio presuppongono la distinzione fra ruoli: il ruolo di padre, quello di presidente del Senato, quello di avvocato e giudice. E presuppongono che in ruoli diversi valgano principi etici diversi.
  • Il presidente del Senato dev’essere imparziale e al di sopra delle parti, come e forse anche di più dei giudici, ma, a differenza di questi ultimi, non considera verità giudiziarie né applica leggi, per quanto vi sia soggetto. E certo non può essere avvocato di parte.
  • Ma il padre? Il padre, si assume, difende sempre il figlio. Ma perché? Il rapporto di parentela deve necessariamente rendere ciechi rispetto a valori morali esterni a quelli incarnati nella famiglia?

La discussione sulle parole di Ignazio La Russa a difesa del figlio ha preso una serie di vie consuete. Si è difeso il padre (Eugenia Roccella), si è attaccata l’idea di La Russa che la cultura dello stupro si debba combattere in famiglia e non nelle istituzioni e nella società (Giorgia Serughetti su questo giornale), si è riflettuto sul piglio avvocatizio del presidente del Senato, che ha «interrogato» il figlio e dichiarato l’irrilevanza penale dei suoi atti e sostituendosi quindi agli inquir

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