Cosa resta del Capitano

La rivolta contro Salvini esplode, ma i governatori del nord frenano

LaPresse
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  • La mancata elezione del fondatore Umberto Bossi è il simbolo della disfatta leghista, ma la resa dei conti è rimandata e non avverrà a via Bellerio. Addirittura, al termine del consiglio federale, Riccardo Molinari ha detto che «la Lega chiede che Salvini abbia un ministero di peso nel prossimo governo». Ma il malcontento dalla base è arrivato alla dirigenza del nord.

  • Nel corso del lungo consiglio federale, durato più di tre ore, Bossi non è stato tenero né con Salvini né con gli altri dirigenti. «Li ha bacchettati tutti. Il Senatur era molto arrabbiato», dice un’autorevole fonte interna.

  • Tuttavia, a lanciare la carica contro il segretario ci ha pensato il suo predecessore alla guida della Lega, Roberto Maroni, che dalla sua rubrica sul Foglio ha scritto che «serve un nuovo segretario» .

Al consiglio federale della Lega, il più difficile in cui analizzare il crollo del partito al 9 per cento, era presente anche Umberto Bossi in persona. La sua mancata elezione come primo in lista al proporzionale nel collegio alla Camera di Varese è la rappresentazione plastica della sconfitta del progetto leghista costruito intorno alla figura di Matteo Salvini: è un po’ la fine di un’epoca e forse il capolinea per il Capitano, ora sempre più in difficoltà. A poco vale la proposta del segret

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