- Il presidente della Camera Fico ha detto di essere «dispiaciuto e arrabbiato» per le parole del ministro degli Esteri che non sarà espulso. Per il Movimento il presidente del Consiglio deve coinvolgere il parlamento su un eventuale nuovo invio di armi all’Ucraina.
- Di Maio, nonostante la mancata espulsione, sembra difficile che conviva a lungo con Conte e si fa il conto dei parlamentari che potrebbero seguirlo: «Quindici o venti in tutto».
- Lo zoccolo duro di Di Maio sarebbero i fedelissimi «e i morosi» che non versano i contributi al partito. Si va dalla fedele Laura Castelli al moroso Vincenzo Spadafora.
Pericolo risoluzione parallela scongiurato, ma scissione no. Il Movimento 5 stelle all’indomani di un Consiglio nazionale notturno ha trovato un accordo di presunta mediazione sulla risoluzione che seguirà le comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi: coinvolgere il parlamento sull’invio di armi. «Non si può non essere d’accordo. Impossibile che la maggioranza non lo conceda», dicono in parlamento, ma poi aggiungono: «La proposta deve essere valutata dalla maggioranza». Il minis



