L’onda d’urto della destra piega anche quei collegi che, per tradizione storica e collocazione geografica, erano fino ad ora considerate bastioni del centrosinistra. Il risultato di Modena è uno degli esempi più evidenti. Il sindacalista Aboubakar Soumahoro, candidato per Sinistra italiana all’uninominale della Camera nella città emiliana, non è andato oltre il 36 percento dei consensi – con un totale di 91.826 voti – contro la candidata di Fratelli d’Italia Daniela Dondi che con il 37,4 percento – 95.475 voti – ha conquistato il collegio.

La sconfitta

Il sindacalista, divenuto simbolo nella lotta dei lavoratori invisibili, dei braccianti agricoli del sud Italia, era stato candidato nella circoscrizione modenese proprio perché considerata un feudo del centrosinistra, non sospettabile di riservare sorprese. E se il capoluogo ha in effetti espresso preferenza per il candidato di Sinistra italiana, negli altri principali comuni il voto è andato all’avvocato modenese candidato da Meloni.

Da Formigine a Sassuolo – comune di 40mila abitanti a guida leghista – la provincia ha premiato anche qui il primo partito del paese.

Aboubakar Soumahoro – la cui candidatura con l’alleanza verdi-sinistra è stata presentata a inizio mese – si occupa da anni della tutela dei diritti dei braccianti e, come sindacalista del Coordinamento agricolo dell’Unione sindacale di base (Usb), è diventato uno dei rappresentanti più riconosciuti nella lotta al caporalato. 

Su Instagram, a pochi giorni dalle elezioni, aveva chiesto a «tutte e tutti» di andare al voto per «trasformare questo nostro comune sogno in realtà». 

Nato in Costa d’Avorio e arrivato in Italia a 19 anni, l’ingresso in politica di Soumahoro è il tentativo di dare credibilità a una certa sinistra in tema di battaglie sociali e civili. Ma dalle urne, che in tutto il paese registrano un inequivocabile scostamento a destra del paese, esce sconfitta anche questa idea di sinistra, anche dove non credeva di poter perdere. 

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