A 86 anni, Silvio Berlusconi è riuscito nell’ultimo miracolo. Non quello di risollevare Forza Italia – passata dal 14,8 per cento del 2018 all’8,3 per cento di oggi – ma di frenarne il crollo fino a renderla competitiva internamente al centrodestra.

Complice il crollo della Lega, inchiodata all’8,8 per cento e mezzo punto sopra Fi, Berlusconi diventa il vero ago della bilancia del prossimo governo di centrodestra.

Per Matteo Salvini, infatti, si aprirà la resa dei conti interna e Fratelli d’Italia dovrà guardare a FI per cercare stabilità nei numeri. Oggi, poi, arriverà anche un’altra buona notizia: stando agli exit poll, il candidato governatore della Sicilia di FI, Renato Schifani, è primo e punta a vincere l’isola contro il civico Cateno De Luca.

Non solo la Lega, però. FI ha scongiurato anche il sorpasso del Terzo Polo di Calenda, che si ferma al 7,7 per cento: certamente una quota di questi voti vengono proprio dal bacino eroso del Cavaliere, complici anche gli addi di Mara Carfagna e Mariastella Gelmini per correre con Azione, ma anche in questo caso l’argine ha retto.

Addirittura, in alcune regioni del sud come la Calabria (guidata dal forzista Roberto Occhiuto), la percentuale sale a doppia cifra con il 16 per cento.

Per Berlusconi, poi, c’è anche il personale successo a Monza, dove è stato eletto al Senato con percentuali bulgare, oltre il 50 per cento: dopo l’onta della decadenza a causa della legge Severino nel 2012, il Cavaliere torna a palazzo Madama dalla porta principale.

In vista delle prossime settimane, emerge un dato: Meloni dovrà ben ricompensare FI per il risultato ottenuto e per garantirne la fedeltà all’alleanza, anche a costo di sopravvalutarlo rispetto alle percentuali reali nella distribuzione dei possibili incarichi futuri.

Del resto, Debora Bergamini lo ha detto ieri notte: «Senza Forza Italia non si governa».

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