LA STORIA CHE INNESCA LA NUOVA ONDA DI PROTESTE

Le donne polacche tornano in piazza per Iza, uccisa dal divieto di aborto

(Il volto di Iza accompagna le proteste di questi giorni in Polonia. Foto AP)
(Il volto di Iza accompagna le proteste di questi giorni in Polonia. Foto AP)
  • Izabela non voleva abortire: stava solo male. Ma siccome il feto presentava anomalie, e il rigido divieto di aborto polacco vale in questo caso, i medici hanno aspettato che il battito del bambino si fermasse prima di intervenire. Troppo tardi. 
  • La morte di Iza a 30 anni ha riportato in vita le proteste per il diritto all’aborto che già nell’autunno scorso riempirono le piazze polacche.
  • Intanto la Polonia non è la stessa. Gli ultraconservatori vogliono vietare anche i pride e rimpiangono «il Medioevo». Il movimento invece fa di tutto per respingere l’oscurantismo. Tre polacchi su quattro oggi sono per ammorbidire il divieto d’aborto.

«La mia vita è in pericolo. E io vengo lasciata qui, ad aspettare». Izabela racconta a sua madre Barbara che ha paura di morire. Glielo scrive per messaggio da un ospedale di Pszczyna, una cittadina della Slesia, e da quell’ospedale Iza non esce viva. Viene lasciata morire perché le leggi sul divieto d’aborto, che da circa un anno in Polonia sono diventate più rigide che mai, fanno paura ai medici: piuttosto che rischiare il carcere, tergiversano. Così Izabela, morta a trent’anni e alla ventidu

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