Europa

Per ora il vero risultato di Meloni a Bruxelles è «non essere un alieno»

(Meloni con la presidente dell'Europarlamento, e il ministro degli Affari europei al seguito. Foto AP)
(Meloni con la presidente dell'Europarlamento, e il ministro degli Affari europei al seguito. Foto AP)
  • «Sono contenta del clima che ho trovato qui a Bruxelles: parlare direttamente con le persone può aiutare a smontare la narrativa. Non siamo marziani». Per imbonirsi sia il fronte interno che quello europeo, Meloni usa una strategia doppia. Verso l’establishment di Bruxelles, vale quella di «dare rispetto e chiedere rispetto», per usare le parole del suo luogotenente europeo Fitto.
  • Anche se Meloni ha fatto molte promesse su temi come l’energia, non basta una visita ufficiale ai vertici Ue per poter anche spostare gli equilibri, soprattutto se lo sforzo prioritario è accreditarsi come interlocutori credibili. I dossier del momento sono ingombranti – c’è anche la riforma del patto di stabilità – così come ingombranti sono le rigidità di Berlino.
  • Non a caso, si lavora anche di sponda coi ministri, e le aspettative vengono smorzate: gli incontri brussellesi sono stati «conoscitivi». Poi però c’è anche l’altro fronte aperto: quello con il proprio elettorato, verso il quale vale un’altra strategia. Perciò viene rinfocolata la questione dei confini. 

Prima degli incontri ufficiali coi tre presidenti – del parlamento, della Commissione e del Consiglio europeo – Giorgia Meloni ha annunciato all’ultimo, quasi a farlo apparire un fuori programma, un pranzo con l’ex premier dem Paolo Gentiloni. Da commissario europeo all’Economia, è in possesso di informazioni aggiornate su uno dei dossier più spinosi e cruciali: la riforma del patto di stabilità e crescita. La Commissione presenterà la sua proposta mercoledì. Nodi da sciogliere Questo punto

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