Dopo mesi di trattative è stato approvato dal Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria l’Atto dell’Ue sull’intelligenza artificiale. Una prima intesa è stata raggiunta a dicembre 2023 con i co-legislatori del Consiglio dell’Ue. Con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astenuti è la prima legislazione al mondo a regolamentare gli usi e gli sviluppi delle nuove tecnologie basate sui sistemi di intelligenza artificiale. 

«Promesso. Negoziato. Approvato. Orgoglioso del pionierismo europeo dell'Ai Act. Significa leadership, innovazione e nuove strade. Ma altrettanto rispetto dei diritti fondamentali. L'intelligenza artificiale fa già parte della nostra vita quotidiana. Adesso farà parte anche della nostra legislazione» così ha scritto su X la presidente del parlamento europeo Roberta Metsola.

A chi si rivolge il testo

Innanzitutto viene fatta una distinzione tra i vari sistemi di intelligenza artificiale. Sono esclusi dalla regolamentazione tutti quei sistemi al di fuori del campo di applicazione del diritto dell’Ue e non rientrano tra questi quelli impiegati dagli stati membri in materia di sicurezza nazionale. Inoltre, non si applicherà neanche ai sistemi utilizzati esclusivamente per scopi militari o di difesa.

Viene fatta anche una distinzione tra i software, quelli che presentano un basso rischio di incappare in violazioni del diritto dell’Ue sono soggetti a obblighi di trasparenza più leggeri. Mentre i sistemi ad alto rischio sono soggetti a una serie di requisiti e obblighi per accedere al mercato dell’Ue.

All’interno della Commissione sarà istituito un Ufficio Ia con il compito di supervisionare i modelli di intelligenza artificiali più avanzati, contribuire alla promozione di standard e pratiche di test e applicare le regole comuni in tutti gli Stati membri. Il Comitato sarà composto da rappresentanti degli stati membri, rimarrà una piattaforma di coordinamento e un organo consultivo della Commissione e darà un ruolo importante agli stati membri nell’attuazione del regolamento, compresa la progettazione di codici di pratica per i modelli di fondazione.

Cosa vieta

Il regolamento vieta: i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili (ad esempio, convinzioni politiche, religiose, filosofiche, orientamento sessuale, razza); la raccolta non mirata di immagini del volto da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale; riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e nelle istituzioni scolastiche; la classificazione sociale basata sul comportamento sociale o sulle caratteristiche personali; sistemi di Ia che manipolano il comportamento umano per eludere il loro libero arbitrio; Ia utilizzata per sfruttare le vulnerabilità delle persone (a causa della loro età, disabilità, situazione sociale o economica).

Il testo approvato prevede una serie di salvaguardie e ristrette eccezioni per l'uso di sistemi di identificazione biometrica in spazi accessibili al pubblico a fini di applicazione della legge, previa autorizzazione giudiziaria e per liste di reati rigorosamente definite.

Le sanzioni

L’Atto Ue prevede anche una serie di sanzioni che vanno in base al fatturato o con cifre fise. Per esempio una sanzione di 35 milioni di euro o del 7 per cento del fatturato per le tutte le violazioni delle applicazioni dell’intelligenza artificiale vietate, si passa a 15 milioni di euro o il 3 per cento per le violazioni degli obblighi della e di 7,5 milioni di euro o dell'1,5 per cento per la fornitura di informazioni non corrette. Sono previsti inoltre massimali più proporzionati per le ammende amministrative per le Pmi e le start-up in caso di violazione delle disposizioni della legge sull'IA.

Soddisfazione degli europarlamentari

«Abbiamo incluso nel testo finale la parte sulla trasparenza e la sicurezza dei modelli più potenti e gli obiettivi ambientali. Il testo riflette molto le priorità del parlamento europeo, non succede spesso», ha detto l’europarlamentare del Partito democratico Brando Benifei.

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