Continuano le manifestazioni di protesta per il caso di Ilaria Salis, dopo che la donna italiana arrestata a Budapest dieci mesi fa è stata portata in udienza in catene. E arrivano anche i passi ufficiali del governo italiano verso l’Ungheria.

Questa mattina il segretario generale della Farnesina, l’ambasciatore Riccardo Guariglia, ha convocato l’incaricato d’affari ungherese. «Nel ribadire la protesta del governo italiano per le condizioni in cui Ilaria Salis è detenuta» e viene trattenuta nelle udienze, Guariglia «ha espresso la ferma aspettativa del governo» affinché alla Salis sia accordato «al più presto un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea, incluse misure alternative alla detenzione in carcere».

Oggi l’ambasciatore italiano in Ungheria andrà al ministero della Giustizia ungherese per affrontare il caso e supportare la richiesta dei legali di Salis di concederle i domiciliari in Italia. L’impegno, secondo i legali e i familiari di Salis, è stato preso dall’ambasciatore Manuel Jacoangeli durante un incontro avvenuto in ambasciata.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani spiega che l’obiettivo è intanto ottenere «tramite gli avvocati, gli arresti domiciliari in Ungheria, poi si potrà pensare di trasformare gli arresti domiciliari in Ungheria in arresti domiciliari in Italia». Tajani parla di «violazione delle norme comunitarie» e non di trattamento non «in sintonia con la nostra civiltà giuridica». 

Nessuna possibile interferenza con il processo, che deve essere celebrato in Ungheria perché sia i fatti sia l’arresto sono avvenuti in quel paese. Ma «possiamo intervenire affinché siano rispettate le norme comunitarie sul trattamento dei detenuti, aggiunge il ministro».

Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha annunciato, intervenendo in aula nel pomeriggio, che incontrerà il padre di Salis il prossimo 2 febbraio, sostenendo di non averlo visto prima «perché partiva per l'Ungheria».

Il caso della cittadina italiana detenuta in Ungheria, continua La Russa, «è un caso che riguarda tutti e che riguarda la dignità dei detenuti, che deve stare a cuore a tutti, in Ungheria e in ogni parte del mondo, compresa anche l’Italia dove ho visto che c’è un sistema non dissimile, non tanto per le donne ma sicuramente per gli uomini. Credo che il problema, oltre che essere incentrato solo su un aspetto internazionale, lo dobbiamo porre anche in Italia».

Il padre di Ilaria Salis, Roberto, sostiene che l’ambasciata italiana a Budapest fosse a conoscenza dei metodi utilizzati dalla polizia ungherese. «Credo che l'Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice. Noi fino al 12 ottobre, quando mia figlia ha scritto una lettera, non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo nostra figlia. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell'Ambasciata italiana in Ungheria» ha detto ad Agorà.

Le opposizioni

Tutte le opposizioni chiedono alla presidente del Consiglio di riferire in aula con una informativa urgente sul trattamento riservato alla nostra connazionale in Ungheria. A questa richiesta si aggiungono anche Forza Italia e Lega. 

«Le immagini di ieri, nell'aula del Tribunale di Budapest, hanno fatto il giro del mondo», dice il deputato del Pd, Giuseppe Provenzano. «A Salis – ha aggiunto l'esponente del Pd – è stato negato il pieno diritto alla difesa, secondo le norme europee, per un'accusa di lesioni nei confronti di due neonazisti che stavano manifestando per celebrare le Ss, lesioni giudicate guaribili in cinque giorni e per cui rischia 24 anni di carcere in Ungheria». «Le immagini di Ilaria Salis con le catene ai piedi, alla vita, ai polsi e tradotta in guinzaglio sono inaccettabili, offendono tutti noi – dice Angelo Bonelli di Alleanza verdi e sinistra – . Salis deve essere liberata, occorre riportarla in Italia. Meloni, mi rivolgo a Lei, chiami oggi stesso il premier ungherese Orban». «Meloni alzi il telefono e chiami Orban», ha aggiunto la deputata di Italia viva, Maria Chiara Gadda, secondo cui «quelle immagini in Europa sono inammissibili, non tollerabili». «Orban non può permettersi di continuare a calpestare i principi ispiratori e le norme dell'Unione europea», dice Benedetto Della Vedova di +Europa.
 

«Esprimo a nome del gruppo di Forza Italia la più ferma condanna per l'ingiusto trattamento, al limite del disumano, che abbiamo dovuto vedere –  osserva il deputato di Forza Italia, Pietro Pittalis -. Immagini che non si riferiscono ad un Paese del terzo mondo. Detto questo, invito i gruppi delle opposizioni di non farne un motivo di polemica politica». «Esprimo il parere favorevole all'eventuale interlocuzione del governo su questo aspetto», ha detto il parlamentare della Lega, Davide Bellomo.

«La presidenza prende atto di quanto ognuno di voi ha riportato - ha detto il presidente di turno dell'Assemblea, Giorgio Mulé -. Il governo in Aula ha ascoltato, e sarà comunque cura della presidenza sottolineare gli indirizzi che ha espresso l'Aula, nella consapevolezza che ognuno di noi ha in questo Parlamento, avendo tutti noi le cicatrici indelebili rispetto ad episodi accaduti anche in Italia nel 1983 con Enzo Tortora, e nel 1993 con Enzo Carra, immagini che grazie a Dio per la maturità e la civiltà di questo Paese sono state messe al bando nel rispetto dei diritti inviolabili, fondamentali, dell'uomo, prima che costituzionali».

Romano Prodi, in un’intervista al Corriere, ha manifestato la sua indignazione. «Vergogna. Non si fa. Ma non in Europa, in nessuno stato né africano né di nessuna altra parte del mondo. Vedere qualcuno in catene è orrendo e non ha senso. Ho pensato che Orban lo abbia fatto come provocazione...La cosa è in sè è ributtante, sono stupito che sia avvenuto, la nostra reazione dovrebbe essere più forte, anche visti i rapporti della nostra premier con Orban».

Matteo Renzi in un editoriale sul Riformista ha chiesto che Giorgia Meloni si rivolga direttamente a Viktor Orban: «Giorgia Meloni deve chiamare Orban, subito. E' inaccettabile che una ragazza italiana, Ilaria Salis, sia tenuta ammanettata al guinzaglio come un cane in un carcere ungherese. Noi non sappiamo se la Salis sia colpevole: sappiamo che gli ungheresi devono rispettare la dignità dell'uomo. E non lo stanno facendo. E chi sta zitto è complice di una evidente violazione dello stato di diritto. Se davvero è amica di Orban, Meloni deve farsi sentire. Se non lo è, anche»

Sulla vicenda è intervenuto anche Rosario Fiorello. Il conduttore si è rivolto a Tajani: «E' stata arrestata perché ha menato due neonazisti, due naziskin... ma non si toccano i naziskin! Tra l'altro neanche l'hanno denunciata, si vergognavano a dire “siamo stati menati da un'attivista italiana”. Tajani, muovetevi perché la vogliamo a casa. E' in carcere da un anno e non ha fatto niente».

Il caso Lollobrigida

Il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida si è rifiutato di commentare le immagini di Ilaria Salis in tribunale «perché non le ho viste, non commento cose che non ho visto...». Una risposta che alimenta lo scontro e le critiche delle opposizioni che chiedono conto al governo e agli esponenti di FdI della loro amicizia con Orban.

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