L’EUROPA E I MEDIA

Con la guerra la libertà di informare finisce in esilio

Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
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  • La federazione dei giornalisti europei scrive appelli e lettere pregando le autorità degli stati membri Ue di concedere visti ai giornalisti russi indipendenti che fuggono dal paese, dove rischiano il carcere. Quelle lettere attendono ancora risposta.
  • Tra i giornalisti costretti alla fuga ci sono anche membri della redazione di Novaja Gazeta, roccaforte del giornalismo libero per la quale scriveva Anna Politkovskaja. «Sappiamo quanto ci sia costato raccontare la guerra cecena – dice Kirill Martynov, il vicedirettore – ma quella guerra abbiamo potuto almeno scriverla. Questa guerra non possiamo neppure più pronunciarla». 
  • Martynov porta all’Europarlamento la voce della libera informazione costretta all’esilio. Anche sul tema della libertà dei media, la guerra in Ucraina innesca un cambiamento in Europa. L’Ue si ritrova coinvolta nella guerra all’informazione, sia perché fa fronte alla censura imposta dal Cremlino in Russia, sia perché dopo l’invasione dell’Ucraina ha reagito bloccando Sputnik e RT. 

«Questa è una richiesta di emergenza. Da quando c’è la nuova legge russa sulla censura, i nostri colleghi sono in pericolo e rischiano il carcere». La lettera parte dalla Federazione europea dei giornalisti (Efj), ed è rivolta alle autorità estoni: «Vi chiediamo di rilasciar loro sùbito un visto». La richiesta finora è senza risposta. Tra i giornalisti costretti a fuggire dalla Russia ci sono anche membri della redazione di Novaja Gazeta, roccaforte del giornalismo libero per la quale scriveva

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