Dopo che gli europei hanno espresso le loro preferenze, che cosa succede? Quando conosceremo la esatta conformazione dei nuovi gruppi politici, compresi i riassetti a destra e a sinistra? Una guida al dopo elezioni, con le date da tenere d’occhio.

Che Europarlamento sarà

Il 16 luglio a Strasburgo: è qui che i neoeletti prenderanno finalmente possesso degli scranni. Fino al 19 si tiene una sessione nella quale l’Europarlamento dovrà anzitutto scegliere il proprio presidente, i vice e insomma gli incarichi apicali d’aula.

L’appuntamento non va sottovalutato: è stata proprio l’elezione della presidente Roberta Metsola, a gennaio 2022 durante le elezioni di metà mandato, a istituzionalizzare la rottura del cordone sanitario. La scorsa legislatura era iniziata con il socialista David Sassoli presidente, ma sul finire del 2021 il leader del Ppe Manfred Weber era già in pieno sodalizio con Giorgia Meloni.

La scelta di Metsola, politicamente amica di Fratelli d’Italia, come nome del Ppe per guidare l’aula, ha segnato lo slittamento a destra; all’epoca i Conservatori europei ne hanno sostenuto la nomina, ibridando di fatto la maggioranza classica (Popolari, socialisti e liberali) e ottenendo in cambio una vicepresidenza.

Due anni dopo, con il cordone sanitario ormai più volte rotto, le nomine di luglio saranno un test interessante; finora i sovranisti di Identità e democrazia (di Le Pen e Salvini) sono rimasti esclusi dai vertici. Ovviamente la scelta su chi guiderà l’aula risente anche dei ragionamenti più ampi di governi e forze politiche sui cosiddetti top jobs, gli incarichi apicali dell’Ue.

Quale asse politico

Non conta solo metà luglio, ma soprattutto come ci si arriva. Già dal 18 giugno le forze politiche iniziano a prendere forma.

Gli incontri costitutivi dei singoli gruppi seguono questo calendario: i Popolari europei il 18 giugno, i Verdi il 19 giugno, sia Socialdemocratici che Sinistra il 25 giugno, Renew e Conservatori il 26 dello stesso mese, Identità e democrazia il 3 luglio. Per essere riconosciuti ufficialmente a partire dalla sessione costitutiva del 16 luglio, i gruppi devono dichiararsi – composizione compresa – entro il 15 luglio.

Per un gruppo sono necessari almeno 23 eurodeputati di almeno un quarto degli stati membri. Sarà interessante vedere come si svilupperà nei prossimi giorni la riconfigurazione dei gruppi politici stessi: già prima del voto, ad esempio, Id si è sbarazzato di AfD aprendo la strada a un ulteriore gruppo ancor più estremo; si ipotizza anche un nuovo gruppo rossobruno promosso da Sahra Wagenknecht, che alletterebbe i 5 Stelle in nome del «pacifismo» ma potrebbe mettere in difficoltà il gruppo già esistente della Sinistra europea, come Wagenknecht ha già fatto in Germania con la Linke.

E poi c’è chi continua a sognare il gruppone delle estreme destre, mentre tra i Popolari europei c’è chi punta ad assimilare Fratelli d’Italia. La politica non si ferma mai, ma a metà luglio ci sarà qualche punto fermo in più.

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