Le elezioni europee si avvicinano e ancora una volta i social media svolgono un ruolo chiave nel processo democratico del Vecchio Continente. Ma se pensate che le pubblicità politiche siano solo i messaggi che arrivano dagli account dei candidati e dei loro partiti, non avete forse dato il giusto peso a una serie di altri contenuti che hanno invaso le piattaforme di Meta come Facebook e Instagram.

Secondo un report pubblicato da Ai Forensics e Check First, e condiviso con Domani, oltre 1,4 milioni di account italiani sono stati esposti ad un massiccio tentativo di influenza della campagna elettorale europea da parte di una rete di profili pro Cremlino chiamata Doppelganger.

L’Italia non sarebbe l’unico bersaglio, altre attività di interferenza sono in corso anche in Polonia, Germania e Francia, portando il numero di profili raggiunti a più di tre milioni solo nell’ultimo mese. Nei due paesi più grandi dell’Unione le campagne di propaganda sono attive già dallo scorso agosto, e avevano raggiunto circa 40 milioni di persone a marzo di quest’anno. In Italia, le pubblicità filorusse raggiungevano circa 50mila persone al giorno fino al 18 maggio, mentre dal 19 sono aumentate esponenzialmente, con picchi di 400 mila account giornalieri.

Il grafico dei post di propaganda russi per nazione (fonte: Ai Forensics)

Come funziona

A muovere le fila della campagna, secondo i ricercatori, c’è Doppelganger, una rete già segnalata per precedenti operazioni di questo tipo. Le sue operazioni sono contraddistinte da alcune caratteristiche chiave che si ripetono in modo pressoché identico.

Vengono creati dei profili social di pagine di diverso tipo, utilizzati come amplificatori di messaggi mirati. Per aumentare la portata di queste campagne di influenza, account differenti condividono esattamente gli stessi messaggi pubblicitari, non segnalati da Meta come contenuti di natura politica.

I testi e le immagini usati sono piuttosto ambigui, fanno leva su narrazioni polarizzanti e destabilizzanti come già avvenuto per campagne simili in passato. Questi problemi non sono infatti una novità, e la rete della propaganda russa è nota a Meta già dal 2022.

La sua attività viene attribuita a due aziende russe già sanzionate dall’Unione Europea e fondate da un ex consigliere del vicepresidente del parlamento russo. Come segnalato da un report pubblicato proprio dalla stessa Meta nel febbraio del 2023, Doppelganger in precedenza utilizzava nomi simili a quelli di testate giornalistiche esistenti per ingannare i lettori, cambiando qualche dettaglio nell’URL dei loro siti.

In questo modo potevano far circolare notizie tendenziose e narrazioni polarizzanti su diverse Telegram, TikTok, Twitter, YouTube, oltre ovviamente a Facebook e Instagram. Lo scorso agosto sempre Meta aveva definito Doppelganger con parole inequivocabili: «L’operazione di influenza occulta più grande e aggressivamente persistente proveniente dalla Russia».

Un esempio di post di disinformazione (fonte: Ai forensics)

Aggirare l’algoritmo

Si tratta di una strategia collaudata e da tempo segnalata a Meta, che nonostante gli sforzi non sembra in grado di gestire le operazioni di questo network coordinato di profili social. Si tratta di una rete di account apparentemente non di natura politica, con nomi come Metropolitan Pulse o Silver Amuse.

Spesso questi profili vengono creati su piattaforme come Facebook solo per essere utilizzati per campagne a pagamento, che attraverso gli algoritmi di targetizzazione forniti da Meta permettono di raggiungere milioni di persone.

Sfruttando tecniche come l’utilizzo di segni di punteggiatura e spazi all’interno delle parole chiave, che gli strumenti automatizzati dei social riconoscerebbero come politiche, aggirano le misure di prevenzione dei social di Mark Zuckerberg pensate per arginare questo fenomeno. Secondo i ricercatori basterebbe un semplice script Python, come quello sviluppato dallo stesso team di ricerca, per neutralizzare questi tentativi, ma Meta non sembra essere stata in grado di farlo.

Un esempio di post di disinformazione (fonte: Ai forensics)

Influenzare il voto

«Nonostante gli impegni presi per proteggere l’integrità delle prossime elezioni, i nostri risultati evidenziano la negligenza di Meta. Meta revisiona, approva e distribuisce annunci propagandistici a milioni di cittadini dell’Unione europea pochi giorni prima delle elezioni. Se noi siamo in grado di rilevare tali interferenze straniere in tempo reale, anche Meta dovrebbe essere in grado di farlo», dice Paul Bouchaud, ricercatore per Ai Forensics.

A nulla pare essere servita l’inchiesta lanciata dall’Unione europea sulla possibile violazione del Digital Services Act (Dsa), le nuove norme che impongono rigidi controlli e responsabilità precise alle grandi piattaforme digitali attive nel nostro continente. Le presunte violazioni riguardano le pratiche di Meta relative alla pubblicità ingannevole e ai contenuti politici sui social media che possiede.

I problemi sono legati alla mancanza di strumenti efficaci per il monitoraggio del dibattito pubblico e delle elezioni, in vista delle elezioni del Parlamento Europeo. A meno di un mese di distanza dall’inizio dell’inchiesta, le operazioni di propaganda sono ancora in corso e hanno visto un’impennata notevole nel nostro paese, con un totale di 61 annunci attivi da inizio maggio e registrati fino al 27 dello stesso mese, ha raggiunto in totale 1.441.543 account social italiani.

Salvatore Romano, dottorando presso l’Interdisciplinary Internet Institute a Barcellona, ha avuto accesso alla lista di tutte le pubblicità pubblicate e fa notare come sia «molto interessante il target di questa campagna: in Francia e Germania vengono attaccati direttamente i governi in carica di Macron e Scholz, mentre in Italia vengono attaccati i partiti di sinistra e i Verdi. In entrambi i casi, si cerca di indirizzare gli elettori verso i partiti meno favorevoli alla guerra in Ucraina alle prossime elezioni Europee».

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