Per anni la Polonia è stata il paese con il sentimento più pro-europeista di tutta l’Unione europea, e a giudicare dalle immagini di questa domenica pomeriggio i polacchi non intendono certo smettere ora.

Contro i piani del governo ultraconservatore a guida Pis, e contro la sentenza di una corte costituzionale polacca che dalla politica è tutt’altro che libera, la società civile polacca si raduna e la mappa della nazione si cosparge di puntini blu. Sono le manifestazioni, sollecitate da un Donald Tusk in grande spolvero.

Il momento di Tusk

Lui, ex premier polacco, esiliato alla presidenza del partito popolare europeo da quando nel 2015 il Pis si è preso il governo, aveva detto che sarebbe tornato alla politica polacca per portare via il potere ai suoi avversari. E quale test poteva riuscirgli meglio, di una mobilitazione europeista?

Come si legge in questo suo tweet, «invito tutti coloro che vogliono difendere una Polonia europea a convogliare a piazza del Castello a Varsavia, domenica alle 18. Soltanto insieme possiamo fermarli». All’ora di cena di domenica, i vertici di Piattaforma civica, il partito di Tusk, riferivano di una presenza in piazza di 100mila persone.

Nonostante i passi falsi della coalizione di governo, a cominciare dalle fratture interne passando per le reazioni massicce scatenate dal divieto di aborto, Piattaforma civica aveva suscitato perplessità anche tra gli elettori di centrosinistra per le posizioni ondivaghe su temi come appunto il diritto all’aborto. Piattaforma è pur sempre un partito di centrodestra, anche se con esponenti più aperti su temi come i diritti Lgbt come il sindaco di Poznan. La minaccia di Polexit però consente a Tusk, e al partito, di sfoderare la sua dote più solida e convincente: un netto europeismo, che può sedurre anche chi aveva votato Pis ma vuole restare nell’Ue. 

«Violare gli standard europei ci sta togliendo diritti e libertà, quindi dobbiamo protestare insieme», ha detto alla folla questo pomeriggio. «Se stabiliamo un denominatore comune, sconfiggeremo questo governo spietato, e non solo su questo tema». 

I discorsi dal palco

Il sindaco di Varsavia, che è anche lui di Piattaforma e che sfidò Andrzej Duda alle presidenziali del luglio 2020 perdendo per un soffio, è in prima linea alla manifestazione. Ricordando l’importanza per la Polonia di ancorarsi all’Ue e alla Nato anche per tenere ben distante la Russia, il primo cittadino Rafał Trzaskowski nel suo discorso ha ribadito che «rimanere nell’Ue è questione di sicurezza». 

Una veterana della rivolta di Varsavia, Wanda Traczyk-Stawska, è salita sul palco e ha detto che «siamo sempre stati in Europa, qui sono le nostre radici e nessuno ce ne trascinerà fuori. Il nostro slogan è sempre stato, “per la nostra e per la vostra libertà”». La signora, quasi centenaria, ha sostenuto anche le proteste delle donne contro il divieto di aborto ed è stata premiata per aver lottato per i diritti lgbt. Quando qualche contestatore ha provato a zittirla, lei ha risposto per le rime: «Stupidi, maleducati! Chi ha combattuto sa come è stato versato il sangue, come sono morti i suoi compagni di battaglia, e io sono qui per farmi sentire anche per loro! Nessuno ci condurrà fuori dalla nostra patria, la Polonia, ma neppure dall’Europa, la nostra madre».

La mappa dell’europeismo

Nonostante la protesta principale sia stata convocata a Varsavia, polacche e polacchi stanno dando segni di grande vitalità europeista anche in altre zone del paese, e come potete vedere da questa mappa sono tante le città interessate da proteste pro Ue.

Anche in altre città europee, come la capitale tedesca Berlino, sono in corso manifestazioni a supporto di una Polonia saldamente dentro l’Unione europea. Viceversa, le formazioni di estrema destra hanno annunciato la loro contromanifestazione. Robert Bąkiewicz, leader di unun’associazione nazionalista di estrema destra che si è già resa protagonista di assalti anti lgbt e contro le donne che protestavano per il diritto all’aborto, chiama a raccolta i suoi a Varsavia. Durante il discorso di Tusk qualche contestatore ha provato a zittirlo a colpi di megafono.

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