Il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha annunciato la chiusura di 76 moschee accusate di fomentare ideali «separatisti». Darmanin ha inoltre detto che 66 migranti sospettati di terrorismo sono stati rimpatriati. Le nuove misure sono parte della strategia messa in atto dal governo francese dopo gli attentati di matrice islamica che si sono susseguiti negli ultimi mesi, tra cui quello di Nizza che ha causato tre morti a fine ottobre. 

Il background

Le tensioni tra il mondo islamico e la Francia si sono acuite a ottobre dopo che il presidente francese, Emmanuel Macron, aveva annunciato l’implementazione di un piano contro il «separatismo islamico». L’annuncio di Macron era stato la reazione all’assassinio perpetrato da un terrorista islamico del professore di scuola media, Samuel Paty, «colpevole» di avere mostrato in classe le vignette della rivista satirica, Charlie Hebdo, che ritraevano Maometto. Macron aveva inoltre difeso la libertà difar pubblicare nel suo paese queste vignette. Una dichicarazione che ha scatenato le proteste di diversi paesi islamici: in Bangladesh migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere al proprio governo di boicottare i prdotti francesi mentre in Turchia il presidente, Recep Tayyip Erdogan, ha definito le parole di Macron «da perizia psichiatrica».

© Riproduzione riservata