Quello dei leader autoritari è quasi sempre un lavoro solitario. E il destino di chi s’illude di oscurarli è quasi sempre segnato: come è successo a Prighozin “bruciato” dalla vicinanza al Cremlino, oppure a Gulen, diventato il nemico pubblico numero uno di Erdogan. Senza dimenticare, ovviamente, il “modello Stalin”