«Le mie dichiarazioni vengono utilizzate come pretesto per danneggiare il nostro partito», ha twittato stamattina Maximilian Krah, che non è noto soltanto per essere un eurodeputato di Alternative für Deutschland e il capolista alle europee, ma soprattutto per la dichiarazione che ha scatenato il ripudio di Afd da parte del Rassemblement National. Era inserita in un’intervista su Repubblica: «le SS non sono automaticamente criminali». 

Proprio quella dichiarazione aveva fornito l’occasione a Marine Le Pen, e al suo delfino nonché capolista di giugno Jordan Bardella, per dire: mai più con Afd nello stesso gruppo europarlamentare. La Lega poco dopo era andata al traino dell’alleata.

Dunque oggi i postnazisti tedeschi si sono dati appuntamento per affrontare il caso. E hanno deciso di provare a dirimere la faccenda rimuovendo il pomo – anzi l’eurodeputato – della discordia.

Da qui l’annuncio di Krah: «L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento è un dibattito su di me. L’Afd deve mantenere la sua unità. Per questo motivo rinuncio a qualsiasi ulteriore partecipazione alla campagna elettorale e mi dimetto dall’incarico di membro della direzione federale».

Il passo indietro non è un gesto di rammarico individuale ma la conseguenza di una strategia concordata dal partito, la cui dirigenza oggi ha infatti deciso di imporre a Krah il divieto di qualsiasi apparizione pubblica, come un portavoce ha riferito all’agenzia di stampa tedesca Dpa. 

Un passo indietro, insomma, per placare gli animi. Ma difficilmente contribuirà a una rappacificazione tra Afd e il Rassemblement. Il punto è che già da almeno tre anni sia Marine Le Pen che Matteo Salvini erano pronti a scaricare l’alleato scomodo. Adesso la rottura si fa più urgente in vista del piano per penetrare le istituzioni europee dopo giugno.

© Riproduzione riservata