Paolo Gentiloni ripensa la governance fiscale europea da qui al 2023. Il commissario all'Economia approfitta del cambio alla Casa Bianca per mettere le briglie alle multinazionali. Ma il suo obiettivo è anche irrobustire il Next Generation Eu, che nella sua visione deve essere replicabile in futuro
- Il commissario europeo all’Economia ha un piano per riformare le tasse d’Europa da qui al 2023. Comincia dalla lotta a frodi ed elusione fiscale: le multinazionali sono avvertite. Ma non finisce qui.
- Mario Draghi si è fatto ricordare per il suo «whatever it takes» in piena crisi dell’euro. Oggi Paolo Gentiloni ha scandito il suo «it’s now or never», adesso o mai più.
- La crisi stavolta è quella pandemica. L’«ora o mai più», riferito alla riforma della governance fiscale e alla congiuntura favorevole del cambio di amministrazione negli Usa, riguarda in realtà anche il futuro dei fondi di ristoro.
Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni ha un piano per riformare le tasse d’Europa. Un pacchetto di iniziative da snocciolare fino al 2023 «aggiornerà sistemi fiscali del secolo scorso, che risalgono a prima della digitalizzazione e persino prima della globalizzazione». L’avvertimento è anzitutto alle multinazionali: «Vogliamo ridurre frodi ed elusione fiscale, far pagare le tasse dove si realizzano i profitti e non dove viene collocata la sede legale, imporre una tassazione minima



