l’evento “conservatore” a roma

Mentre Meloni condanna l’annessione, i suoi sono sul palco dei filoputiniani

(Meloni e il premier ungherese)
(Meloni e il premier ungherese)
  • «Le sanzioni contro la Russia hanno causato questo esorbitante aumento dei prezzi dell’energia». Parla Balázs Orbán, che è uno degli ambasciatori dell’illiberalismo di Viktor Orbán nel mondo. A metterlo su un palco, e a offrirgli un microfono per i soliti tormentoni orbaniani, è la destra meloniana.
  • Mentre nelle note ufficiali Giorgia Meloni si cuce addosso l’abito di premier presentabile e condanna i referendum fantoccio di Putin, intanto proprio gli ideologi della sua «svolta conservatrice» chiamano a raccolta in un hotel romano i sodali ungheresi e le destre estreme europee. 
  • L’ingresso fugace dell’eurodeputato Carlo Fidanza, l’estrema destra portoghese che chiede lezioni a Orbán, Vox che si scaglia contro “l’idolatria del clima”. Cronaca dal raduno all’hotel del Quirinale: il palco e il dietro le quinte.

«Putin dimostra ancora una volta la sua visione neo imperialista di stampo sovietico che minaccia la sicurezza dell’intero continente europeo», ha dichiarato la premier in pectore Giorgia Meloni dopo l’annessione illegale dei territori ucraini da parte della Russia. Intanto, non lontano da palazzo Chigi, gli amici illiberali ungheresi di Fratelli d’Italia, in trasferta romana, si scagliavano contro le sanzioni alla Russia. «Sono molto preoccupato per le sanzioni contro la Russia: hanno causa

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