Noncurante del fallimento parlamentare di venerdì, l’aspirante cancelliere cristianodemocratico insiste sulla «svolta» e farà blindare dal partito il suo programma che vira a destra. Nel frattempo anche la nuova amministrazione Usa spinge per la normalizzazione dei postnazisti. Berlino in piazza per reagire all’apertura all’estrema destra
Manifestazioni in tutta la Germania: si ricomincia anche questa domenica, con previsioni di massimo afflusso nella capitale, Berlino. La società civile tedesca protesta per la caduta del “brandmauer”, quel muro tagliafuoco che aveva tenuto i postnazisti di Alternative für Deutschland lontani da alleanze di governo.
Il muro a Berlino vacilla ripetutamente, sia per le ingerenze esterne – un membro dell’amministrazione Usa, Elon Musk, fa spudoratamente campagna per AfD – sia per le svolte politiche interne. L’aspirante cancelliere cristianodemocratico, Friedrich Merz, ha appena ribadito in un’intervista su Bild che «la svolta ci sarà».
Cosa succederà
Il riferimento è anche alle politiche economiche e anti migranti, ma la «svolta» di Merz è anzitutto quella maturata a inizio settimana, quando una mozione che mina il diritto di asilo è stata approvata in aula con i voti congiunti della Cdu e dell’estrema destra.
Chi pensa che il fallimento parlamentare affrontato successivamente da Merz su un controverso progetto di legge ne abbia fermato i piani si sbaglia: il leader cristianodemocratico continua a spingere il suo piano in cinque punti, che comprende respingimenti alle frontiere, e non rinuncia alla “legge sulla limitazione dell’afflusso” bocciata per un pugno di voti nel Bundestag venerdì. Anzi: questo lunedì i delegati del suo partito saranno chiamati ad acclamare il «programma immediato», e cioè a sostenere l’attuazione immediata (dopo le elezioni del 23 febbraio) del piano, legge e punti anti migranti compresi.
Dopotutto – è il calcolo – dopo il voto gli equilibri politici, e di conseguenza i numeri in parlamento, saranno ben diversi da quelli che orientano il Bundestag in questi giorni. L’AfD è sulla cresta dell’onda, e se già aveva scavalcato i socialdemocratici nei sondaggi, ha avuto una ulteriore impennata dopo che Elon Musk, padrone di X, ha dato spazio ad Alice Weidel – la neolib che per AfD punta al governo – e martellato con gli appelli a votare AfD perché «solo AfD può salvare la Germania». Weidel, che ha una storia professionale nel mondo della finanza, promette deregolamentazione, oltre alla “remigrazione” dei migranti.
Il dibattito interno
Merz sta spostando a destra il programma della Cdu, lo stesso partito che con Angela Merkel cancelliera aveva scelto l’accoglienza dei profughi siriani nel 2015 («Possiamo farlo», aveva detto Merkel). I tempi sono cambiati, e anche i leader: l’attuale candidato cristianodemocratico ha un piano a punti che comprende controlli permanenti alle frontiere (quindi l’ulteriore colpo a Schengen), respingimenti (che intaccano di fatto il diritto internazionale ed europeo), oltre che la legge bocciata per ora venerdì.
Una cooperazione con Alternative für Deutschland è stata apertamente stigmatizzata da Merkel questa settimana; una mossa insolita se si pensa che dopo aver finito i suoi mandati una delle leader più longeve politicamente aveva limitato i commenti sulle scelte del suo partito (al netto di un tour di presentazione del proprio libro). Mossa inusuale quindi – e anche per questo di enorme impatto – ma non incomprensibile: già quando Merkel governava, Merz era in rotta di collisione con la sua leadership, e rappresentava l’anti-Merkel per definizione. Oltre all’antagonismo politico tra i due, c’è la visione completamente differente sul tema nello specifico: la ex cancelliera era diventata un simbolo di resistenza alle spinte per una linea dura anti migranti, mentre l’attuale leader si muove in maniera opposta.
Quanto problematica sia l’apertura all’estrema destra si è visto nel breve arco che va da mercoledì a venerdì; mercoledì era stata approvata la mozione anti migranti voluta da Cdu e sostenuta coi voti di AfD; subito dopo, aveva reagito Merkel («Penso sia sbagliato non sentire più limiti» verso AfD); dopodiché venerdì, quando era al voto al Bundestag una vera e propria proposta di legge sostenuta da Cdu/Csu e da AfD, sono mancati all’appello una trentina di voti necessari per l’approvazione. «I cristianodemocratici implodono», ha festeggiato l’estrema destra.
Società in movimento
In questo contesto politico si muove – e si agita per le aperture verso l’estrema destra – la società civile, che organizza proteste di piazza partecipate.
Si sono già svolte manifestazioni in svariate città, come Amburgo, Colonia, Lipsia, Francoforte, e in cittadine anche di dimensioni più piccole. Questa domenica c’è un ulteriore appuntamento, con massima partecipazione prevista nella capitale, Berlino.
Nel frattempo l’uomo più ricco del mondo, padrone di Tesla (con stabilimenti anche in Germania) e X, è ormai ufficialmente un membro dell’amministrazione statunitense e continua a sponsorizzare apertamente Weidel e AfD. Anche questa inclinazione di Washington deve essere entrata nei ragionamenti di Merz, la cui attitudine è sempre stata filoatlantica (è stato anche presidente dell’Atlantik-Brücke, associazione volta a promuovere i buoni rapporti tra Germania e Stati Uniti).
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