Se l’invasione dell’Ucraina nei piani di Mosca doveva allontanare la Nato dai confini russi, il risultato finale sembra essere esattamente il contrario di quanto auspicato nei piani militari di Vladimir Putin. La Finlandia, che ha 1300 chilometri di confine con la Russia ed era una zona cuscinetto tra Mosca e Occidente, ha deciso di chiedere l'adesione alla Nato e martedì seguirà la socialdemocratica Svezia che dopo 206 anni di neutralità deciderà di fare altrettanto. Ieri pomeriggio, in una direzione straordinaria, anche il partito di governo, quello socialdemocratico, si è detto favorevole all’adesione. I paesi scandinavi entrano così tutti nell’Alleanza atlantica lasciando fuori dall’Alleanza in Europa occidentale solo la Svizzera e l’Austria.

«Non avremmo preso questa decisione se non avessimo pensato che avrebbe rafforzato la nostra sicurezza nazionale: pensiamo che sia la giusta decisione. La minaccia nucleare è molto seria, e non può essere isolata in una specifica regione se parliamo di armi nucleari», ha detto la premier finlandese Sanna Marin in conferenza stampa. La premier ha anche sottolineato che la decisione di entrare nella Nato, insieme alla Svezia, «influenzerà tutta la regione baltica e rafforzerà le capacità di tutti i paesi di difendersi e rafforzerà anche la Nato».

«Siamo preparati a diversi tipi di reazioni russe. Siamo pronti e ci stiamo preparando», ha detto la premier finlandese. «Quando guardiamo alla Russia, vediamo oggi un paese molto diverso da quello che abbiamo visto appena qualche mese fa. Tutto è cambiato da quando la Russia ha attaccato l'Ucraina e penso personalmente che non possiamo più credere che ci sarà un futuro di pace accanto alla Russia restando da soli", ha detto, spiegando la decisione di chiedere l'adesione alla Nato. "E' un atto di pace, non ci sarà più la guerra in Finlandia», ha aggiunto.

Quanto alla vicina Svezia, che aveva fatto della neutralità il suo mantra politico per due secoli, intende presentare la propria domanda di adesione alla Nato martedì. Lo riporta il quotidiano svedese Svenska Dagbladet, secondo cui il piano svedese è di presentare l’adesione martedì presso la grigia sede della Nato a Bruxelles, dopo che il governo avrà preso la decisione storica a marce forzate di candidarsi all'alleanza lunedì pomeriggio.

Stoltenberg apre le porte

«L'Ucraina può vincere questa guerra», e «la Nato è più forte e unita di sempre», ha detto il norvegese Jens Stoltenberg a Berlino in video per la conferenza finale della riunione di due giorni dei ministri degli Esteri dei paesi Nato che si è svolta a Berlino. «La Russia non sta raggiungendo gli obiettivi strategici che si è posta», ha aggiunto il segretario generale che dovrebbe, appena possibile, diventare governatore della Banca centrale norvegese. «La decisione di entrare nella Nato da parte di Svezia e Finlandia va presa da loro. Sarà un momento storico e aumenterebbe la nostra capacità di difesa».

Va segnalato però che tutti i paesi membri devono ratificare l’ingresso e i tempi negoziali potrebbero essere lunghi (più di un anno) con conseguente lunga fase di trattative. Il Montenegro e la Macedonia del Nord, ultimi paesi entrati, ci hanno messo dieci anni. «La Turchia ha delle preoccupazioni e come faccio sempre ci confronteremo, sono sicuro che troveremo terreno comune per l’adesione di Finlandia e Svezia, perché tutti gli alleati sono per la politica delle porte aperte», ha ricordato Stoltenberg.

La Turchia di Erdogan ha infatti chiesto ai due paesi candidati di recidere i loro legami con i curdi del Pkk e dello Ypg in Siria. È probabile anche che Ankara chieda a Washington, per togliere il veto, di poter accedere al piano di acquisto degli F16 americani da cui oggi è esclusa a causa del suo acquisto dei missili russi S 400.

«Nelle condizioni attuali è improbabile che nei prossimi 30 giorni la Russia acceleri drasticamente il ritmo dell’avanzata» in Ucraina. È quanto si legge nell’aggiornamento quotidiano dell’intelligence britannica, convinta che Mosca abbia «probabilmente subito perdite per un terzo delle forze di combattimento di terra impegnate a febbraio».

Le forze russe «sono sempre più limitate da capacità deteriorate, morale basso e ridotta efficacia di combattimento. Molte di queste capacità non possono essere sostituite o ricostituite rapidamente ed è probabile che continuino a ostacolare le operazioni russe in Ucraina», si conclude.

Di Maio anticipa le sanzioni

A Bruxelles, oggi, al Consiglio degli Affari esteri dell’Ue «si discuterà del sesto pacchetto sanzioni, ma la nostra priorità, come Italia» è «il tetto massimo al prezzo del gas», aggiunge Luigi Di Maio. Il titolare della Farnesina ha detto di «non avere timori sulle forniture di gas all’Italia» perché «sulle quantità l’Italia non ha da temere», ma «noi negoziamo le quantità, non il prezzo» e «serve un regolamento dell’Ue che dica che oltre un certo non si può andare perché le famiglie non riescono più a perdere ulteriore potere d’acquisto». Insomma niente embargo del gas russo ma rinnovato impegno di creare un cartello dei compratori per imporre un prezzo unico. Ma per ora sembra una posizione isolata.

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