Nel quinto pacchetto di sanzioni l’Unione europea mira a indebolire ulteriormente Mosca attraverso un embargo del carbone russo.

Le nuove norme

Nella comunicazione della presidente della Commissione Ursula von der Leyen si legge anche l’introduzione di un divieto di transazione per altre quattro banche russe, tra cui Vtb. In precedenza, le sanzioni occidentali erano state criticate perché non comprendevano ad esempio Gazprombank, il braccio finanziario del gigante del gas, che continua a restare fuori dalle misure europee per permettere il pagamento delle forniture di materie prime. La Commissione vieta anche alle navi russe di attraccare nei porti europei, con eccezioni solo per prodotti essenziali.

Bruxelles annuncia anche un divieto di esportazione su prodotti chiave come i semiconduttori, per un valore di 10 miliardi di euro. Al contrario, saranno vietate le importazioni di alcuni prodotti come legno, cemento e liquori. Addio anche alla possibilità per le aziende russe di partecipare nelle gare europee. «Il denaro delle tasse europee non dovrebbe andare alla Russia sotto nessuna forma».

Per ora nessuna notizia del possibile embargo sulle importazioni del gas, che rappresentano ancora il business più fruttuoso per Mosca. La dichiarazione di von der Leyen registra invece aperture per quanto riguarda le importazioni di petrolio, che però non sono ancora incluse nelle sanzioni. 

Gli effetti sull’Italia

Le importazioni italiane totali dalla Russia tra gennaio e novembre del 2021 valevano 12,7 miliardi di euro. 

Per l’Italia, il carbone rappresenta solo il 4,9 per cento della produzione totale di energia. Circa il 78 per cento del carbone viene però importato dalla Russia. Da Russia, Ucraina e Bielorussia arriva invece il 5,3 per cento del legno che l’Italia importa, per un valore di 4,9 miliardi di euro nel 2021, in crescita rispetto all’anno precedente. La Russia in particolare pesa per 78 milioni di euro, un incremento rispetto al 2019 del 41,2 per cento. 

Per quanto riguarda il cemento, l’Italia acquista dalla Russia materie prime per realizzarlo per oltre 5,7 miliardi di euro, mentre i prodotti di agricoltura, pesca e silvicultura, colpiti parzialmente anch’essi, valevano nel 2020 oltre 72 milioni di euro. Prodotti chimici e articoli in gomma, invece, garantivano alla Russia rispettivamente 177 e 52 milioni di euro. 

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