- Quanto più l’esercito russo arretrerà, tanto più spesso gli ucraini, entrando nelle città liberate, scopriranno altri eccidi. Non perché i generali di Putin stiano mettendo in atto un piano genocida, ma perché una somma di fattori conduce a credere che gli omicidi scoperti nei dintorni di Kiev non siano affatto isolati.
- Quello che è stato scoperto è una somma di uccisioni sporadiche, sparpagliate in un’area vasta, fino a prova contraria non collegate tra di loro dalla volontà di terrorizzare. Non appare la pianificazione, l’intenzione di cancellare una comunità dalla geografia umana.
- Non ci sono, stando alle evidenze attuali, comportamenti congrui con i crimini contro l’umanità. Ma ve ne è abbastanza perché la Corte penale internazionale proceda per crimini di guerra, quantomeno contro i comandanti delle unità russe.
Lunedì la storia ha disorientato chi si domanda se gli occidentali archivieranno o no, insieme al mal usato “interventismo liberale”, anche la difesa dei diritti umani. In Ungheria, trionfo elettorale di Orban, fondatore della più esplicita “democrazia illiberale” d’Europa. In Serbia, vittoria nelle presidenziali di Aleksandar Vucic, espressione di una società tuttora incapace di fare i conti con i misfatti del proprio recente passato. Ma in controtendenza con i successi dei due leader, entramb



