Europa

Pedro Sánchez e la sindrome italiana. Così la sinistra si è liquefatta

  • Per l’ennesima volta Pedro Sánchez cerca la salvezza. Ma neanche la salvezza è più quella di una volta. Oggi Podemos rischia l’estinzione. Yolanda Díaz va alla conquista di quel che resta: una sinistra scomposta. Sánchez al logoramento preferisce l’azione d’urto. Il primo effetto del voto anticipato è accelerare una ricomposizione a sinistra.
  • Sánchez costringe le altre formazioni a organizzarsi, e in fretta. Le costringe anzitutto per le scadenze: già entro questa settimana i partiti devono dichiarare eventuali coalizioni. Le costringe anche sul piano politico: ora Díaz farà una agile scalata sopra le macerie di Podemos, uscito maciullato dal voto di fine maggio.
  • La ministra del Lavoro non sarebbe dov’è – cioè ad accaparrarsi lo spazio a sinistra – se non ci fosse stato Podemos: prima lo ha usato come rampa di lancio, e ora sta per fagocitarlo. Da mesi Iglesias accusa la sua ex amica di voler «umiliare» Podemos. C’è da scommettere che Díaz farà ben più che umiliare Podemos: se lo mangerà con gusto.

  Per l’ennesima volta Pedro Sánchez cerca la salvezza. Ma neanche la salvezza è più quella di una volta. A maggio di nove anni fa, gli indignati di Podemos hanno sbancato alle europee strattonando il partito socialista. Lo Psoe aveva le ossa rotte nell’estate 2014, quando Sánchez ne ha assunto la guida. Sálvame – che vuol dire «salvami» – è il nome di uno dei tanti programmi tv che l’allora neosegretario ha presidiato, in cerca di audience e consensi. Oggi molto è cambiato. Podemos risch

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