Le istituzioni per la governance economica europea, create negli anni Novanta, sono nate male e invecchiate peggio. Il clima politico attuale e gli equilibri politici che usciranno dalle prossime elezioni non consentono di immaginare grandi sconvolgimenti. Occorrerà mettere sul tavolo riforme realistiche che consentano di creare uno spazio per le politiche economiche
Il clima in cui tra una settimana si voterà per il parlamento europeo non è buono, con i cittadini europei stretti tra élite in preda a una conclamata sindrome di Maria Antonietta e partiti nazionalisti che alimentano la narrazione del nemico esterno venendo premiati da una classe media esausta. Il Diario Europeo in questi anni ha seguito le politiche economiche europee sottolineandone progressi e (purtroppo più spesso) insufficienze. È forse utile, in vista della scadenza elettorale, di provare



