L’enfant terrible della socialdemocrazia, che aveva messo sotto grandissima pressione il suo partito negli anni in cancelleria sarebbe dovuto apparire davanti alla commissione d’inchiesta del Meclemburgo-Pomerania anteriore per ricostruire il via libera alla costruzione del gasdotto
Negli ultimi giorni in Germania si è parlato parecchio degli Altkanzler, gli ex cancellieri. Angela Merkel ha deciso – in maniera decisamente immerkeliana – di mettere momentaneamente in pausa la sua pensione per dire la sua sulla strada (sbagliata, dal punto di vista della ex cancelliera) impegnata da Friedrich Merz. Gerhard Schröder, invece, è stato ricoverato per burn-out.
Relazioni pericolose
L’ex cancelliere della Spd, alla guida di due governi rossoverdi dal 1998 al 2005, sarebbe dovuto essere audito dalla commissione d’inchiesta del Landtag del Meclemburgo-Pomerania anteriore sul Nord stream II come persona informata sui fatti. La commissione sta indagando infatti sull'influenza di Mosca sul governo regionale socialdemocratico quando si è trattato di decidere sulla costruzione del gasdotto che attraversava il Mar Baltico, prima della guerra in Ucraina.
E Schröder, passato piuttosto in fretta dal suo incarico di cancelliere a quello di lobbista per conto di una serie di aziende russe, è innegabilmente persona informata dei fatti: peccato che a metà gennaio, quando era previsto il suo turno in commissione, Schröder ha saltato l’appuntamento adducendo motivazioni di salute.
Rimandato a data futura
Ora, però, appare improbabile che quella audizione si tenga, né nel futuro ravvicinato, né più avanti. Secondo quanto ha comunicato il medico curante di Schröder, infatti, l’ex cancelliere soffrirebbe di «esaurimento e mancanza d’energie», ma l’ottantenne ex governatore della Sassonia inferiore (incarico da cui è decollata la sua carriera) soffrirebbe anche di problemi di concentrazione e di memoria, oltre ad aver difficoltà a riposare. Non i migliori presupposti per andare incontro a un’audizione affidabile, ma in generale un fulmine a ciel sereno sulla vita di un uomo che si è guadagnato il titolo di Medienkanzler, cancelliere dei media, per la sua abitudine a prendere in mano in prima persona la narrazione di sé stesso, piuttosto di farsi incasellare dai mezzi di informazione.
In occasione del suo ultimo compleanno, ad aprile, si era fatto accompagnare da una troupe televisiva in Cina e aveva dato un’ampia intervista all’agenzia di stampa Dpa.
Ancora a gennaio sua moglie Soyeon Schröder-Kim pubblicava su Instagram le foto di suo marito impegnato in una partita di golf, ma da allora c’è il silenzio radio su uno dei principali canali di autorappresentazione della coppia (ma soprattutto dell’ex cancelliere). La Zeit riferisce che anche diversi amici di Schröder ultimamente lo hanno visto più affaticato e meno agile di quanto potesse essere il Brioni-Kanzler, com’era soprannominato per la sua particolare passione per il marchio italiano, anziano ma ancora in buona salute.
Carriera ingombrante
Oltre agli auguri di buon anno, sul canale c’è Schröder impegnato ad acquistare l’abete per fare l’albero di Natale, Schröder che festeggia la nazionale con la maglia della squadra agli ultimi Europei o Schröder abbracciato a sua moglie in tenuta vacanziera. Uno degli scatti più indietro nel tempo ritrae Schröder-Kim mentre prega a mani giunte davanti a una finestra da cui si intravede la Cattedrale di San Basilio sulla piazza Rossa a Mosca. La foto è datata 10 marzo 2022 ed è l’unica traccia visiva della missione di pace fallimentare che Schröder aveva tentato a pochi giorni dall’invasione russa dell’Ucraina.
Al di là dell’operazione d’immagine, l’ex cancelliere rimane un personaggio ingombrante. Per il suo partito e per il paese: già compromesso per il suo stretto rapporto con Vladimir Putin, che più volte ha chiamato «suo amico», dopo lo scoppio della guerra ha impiegato molto tempo per prendere le distanze dalle decisioni del presidente russo. Soprattutto in un primo momento, non era l’unico socialdemocratico in difficoltà a rompere con un paese storicamente amico come la Russia, per altro ulteriormente legato da rapporti economici, non ultima la fornitura di gas a buon mercato. È passato poi altro tempo prima che smettesse di lavorare per le controllate. Una testardaggine che gli è costata i suoi privilegi da ex cancelliere. Via l’ufficio, via lo staff.
Più tormentata la governance del partito: l’attuale segretario generale Matthias Miersch era addirittura invitato al suo ultimo compleanno, ma una buona fetta del partito lo vede ormai come il fumo negli occhi e ha tentato – senza successo – di farlo espellere dal partito. Da quando il procedimento è stato respinto e Schröder ha lasciato i suoi incarichi, l’attenzione nei suoi confronti si è abbassata, ma l’uomo che ha portato il suo partito ai limiti della rivolta interna contro le sue politiche neoliberiste resta un elefante nella stanza.
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