«Gli agricoltori giocano un ruolo essenziale. Contribuiscono al nostro stile di vita e alla nostra sicurezza», ha detto Ursula von der Leyen, presidente di Commissione Ue in cerca di rinnovo, subito dopo il vertice fra leader europei. Mentre lei vagheggiava di valori e di sicurezza, intanto i fotografi delle agenzie internazionali diffondevano le immagini cineree di Place du Luxembourg, il piazzale antistante all’Europarlamento.

Qui, questo giovedì, il settore dell’agroindustria in protesta ha finito per abbattere una statua risalente al 1872 che fa parte del complesso monumentale in memoria di John Cockerill, pioniere della siderurgia belga. Gli oltre 1300 trattori arrivati da vari paesi europei, incluso il nostro, fino a Bruxelles, non a caso nel giorno del vertice dei capi di stato e di governo, e soprattutto la potente lobby dell’agroindustria europea, Copa Cogeca, hanno trovato a dir poco ascolto.

In realtà, a Bruxelles come a Parigi o a Roma, è una corsa a chi li corteggia meglio in vista del voto di giugno. Lo si vede dalla rapidità con la quale leader di partito, presidenti e vertici Ue si affrettano a concedere deroghe e a lanciare grandi piani.

Destre vs clima

«Per quel che riguarda gli agricoltori, io sono la leader di un partito che ha votato contro quei dossier che oggi essi contestano», ha detto Giorgia Meloni a margine del Consiglio europeo: «L’ho sempre detto, che la transizione ecologica non doveva essere ideologica». In linea con lo schema pre-giugno, che vede Matteo Salvini urlare più forte della premier, la Lega ha ovviamente detto la sua: «L’Ue faccia autocritica, sacrifica l’agricoltura sull’altare dell’ideologia green!».

Già nel 2021 le pressioni di Copa Cogeca avevano di fatto affossato le ambizioni climatiche della riforma della politica agricola comune. Ora che le destre – dai popolari di von der Leyen a quelle più estreme – hanno scelto l’attacco al clima come tormentone elettorale, la protesta dei trattori non è che l’innesco perfetto.

Von der Leyen concede

Ursula von der Leyen, che questo mese dovrebbe annunciare la sua (già evidente) ambizione a fare il bis alla presidenza, nel giorno del Consiglio si è trattenuta per l’ennesima volta con Copa Cogeca e poi ha annunciato altre concessioni.

Già mercoledì la Commissione europea aveva prorogato le deroghe care agli agricoltori – o detta altrimenti, le concessioni anticlimatiche. «Per ricevere gli aiuti Ue – recita Bruxelles – bisognerebbe praticare standard ambientali e climatici come lasciare un minimo di terra non coltivata» ma le deroghe, già ottenute con la guerra in Ucraina, vengono prorogate. La Commissione ha anche dato la sua disponibilità per limitare le importazioni di prodotti agricoli ucraini, lanciando così un altro grande assist agli agricoltori, a cominciare da quelli polacchi.

Von der Leyen ha lanciato la scorsa settimana un «dialogo strategico» col mondo agricolo, e se non bastasse, questo giovedì ha anche promesso in fretta e furia altri sgravi burocratici per il settore. «Gli agricoltori possono contare sul supporto europeo e ridurre il fardello amministrativo è qualcosa che davvero mi sta a cuore, it is close to my heart», ha detto una von der Leyen chiaramente in campagna elettorale.

Quanto ai capi di stato e di governo, dopo il vertice hanno infilato in fondo in fondo alle conclusioni del Consiglio europeo anche il loro omaggio: «Il Consiglio ha discusso delle sfide fronteggiate dal settore agricolo e delle preoccupazioni degli agricoltori. Invita Consiglio e Commissione a fare tutto ciò che è necessario».

Macron e i leader al voto

Macron, che ha mandato il neopremier Gabriel Attal in tournée nelle campagne – mezza Francia ha riso per l’artificiosità dell’operazione e per i covoni di paglia usati come leggio – dopo il Consiglio europeo ha tenuto a fare altri annunci.

Nel suo paese, ad esempio, è stato cancellato uno stop ai pesticidi ritenuto cruciale dagli ecologisti. A Bruxelles, il presidente ha fatto la sua arringa contro Mercosur, importazioni dall’Ucraina e aggravi burocratici. Ha talmente omaggiato gli agricoltori che quelli in protesta nel suo paese hanno invocato lo stop alle barricate.

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