Meno di due anni fa, nell’ottobre 2019, nel parlamento portoghese entrava per la prima volta un partito di estrema destra, Chega. Un solo seggio, quello del leader André Ventura, ex commentatore sportivo fuoriuscito dal partito socialdemocratico di centrodestra, e un consenso elettorale che superava di poco l’1 per cento. Oggi, secondo gli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto, Chega potrebbe diventare la terza forza politica del paese.

Il prossimo 26 settembre il Portogallo voterà per le elezioni amministrative, la seconda tornata elettorale dell’anno dopo le presidenziali di gennaio che hanno confermato il presidente in carica Marcelo Rebelo de Sousa con una maggioranza schiacciante (60,7 per cento) ma che hanno visto una mobilitazione a favore di Ventura, arrivato terzo dopo la socialista Ana Gomes, che ha partecipato come candidata indipendente.

I 67mila voti di Chega del 2019 poco più di un anno dopo sono diventati 496mila.

sondaggi elettorali portogallo

E ora Ventura punta alle amministrative per confermare la crescita del partito e preparare il terreno per le legislative del 2023, con uno sguardo a Matteo Salvini, ospite del terzo congresso del partito a maggio e più volte citato da Ventura che ha dichiarato la propria stima per le posizioni del leader della Lega.

«Ventura si ispira a Salvini» spiega Gianluca Passarelli, politologo e autore del saggio La Lega di Salvini, estrema destra di governo «ma l’alleanza tra Chega e la Lega ha un significato diverso per i due partiti. A Salvini essere riconosciuto come leader dell’estrema destra a livello internazionale serve per giocare una partita interna al suo partito, dove è sfidato in particolare dagli amministratori locali favorevoli al governo Draghi. Ventura invece ha un interesse duplice: accreditare Chega come partito di estrema destra sul piano internazionale ma anche e soprattutto su quello nazionale».

La partita per Chega è interna al centrodestra portoghese, costituito principalmente dal partito Socialdemocratico, Psd, e dal Cds-Partido Popular, (più recentemente da Iniciativa Liberal, Il). Proprio in chiusura del consiglio nazionale del partito di inizio luglio Ventura ha ribadito: «Non siamo la destra morbida a cui il Portogallo era abituato», aggiungendo che il suo partito «non va a letto con António Costa», il primo ministro socialista, ma è in parlamento per fare opposizione.

Il manifesto

Il nuovo programma del partito, votato nel consiglio nazionale, prevede proposte come la creazione di un registro etnico razziale per individuare le comunità che vivono con i sussidi statali e l’introduzione della pena dell’ergastolo per i reati più gravi, non prevista dall’ordinamento portoghese. Mercoledì Ventura ha dichiarato che il Piano nazionale di contrasto al razzismo e alla xenofobia appena proposto dal governo limita la libertà di espressione politica e individuale dei cittadini usando come pretesto il fantasma del razzismo nella società portoghese. Le polemiche intorno al Piano nazionale arrivano dopo diverse dichiarazioni con le quali Ventura e Chega si erano difesi dalle accuse di discriminazione, arrivando a manifestare con striscioni che affermavano «il Portogallo non è un paese razzista».

«Ventura aveva già fatto le prove generali per capire se i discorsi razzisti e xenofobi potevano attecchire, e lo aveva fatto in modo strategico, con il discorso contro i Rom», dice Mamadou Ba, esponente dell’associazione Sos Racismo, «ed è stata una tattica astuta perché in Portogallo la ziganofobia è trasversale e strutturale. Chega non è una sorpresa per me e credo neanche per chi ha osservato le questioni razziali negli ultimi anni. Se fosse stata una sorpresa non avrebbe avuto il consenso sociale che invece ha, segno che è presente una base di elettorato forte che prima era nascosta, albergata in un altro spazio politico, ma che esisteva ed esiste».

Per Chega, come si legge nel programma elettorale, le elezioni di settembre saranno un punto di svolta, con il rifiuto di coalizioni pre elettorali con “i partiti di sistema”.

Punto di svolta

«Chega è un partito sleale», spiega André Freire, politologo e docente di scienza politica all’istituto universitario di Lisbona, «che sta nel gioco democratico ma contesta la democrazia liberale. Il panorama politico in Portogallo è sempre stato molto stabile, formato dagli stessi partiti che hanno portato avanti la transizione democratica, con poche eccezioni, e le elezioni amministrative sono particolarmente difficili per i piccoli partiti non territorialmente radicati. Oggi però siamo di fronte a una grande crisi, non solo sanitaria. Il Portogallo vive principalmente di turismo, e le conseguenze sociali e politiche della pandemia sono già evidenti, con il fallimento di imprese e l’aumento della disoccupazione».

Il Portogallo sta affrontando un’altra ondata di Covid-19 e mentre il governo nelle ultime settimane ha imposto nuove restrizioni alla mobilità, con zone sottoposte a coprifuoco, Chega il 1° luglio ha organizzato una manifestazione di protesta contro le misure restrittive. In quell’occasione Ventura ha dichiarato alla stampa che si augurava fosse la prima di una serie di manifestazioni contro le restrizioni assurde imposte dal governo, che stavano uccidendo il paese.

«A differenza della Lega, che si muove in un campo ristretto, con Salvini che deve scendere a patti con il fatto che il suo è un partito di governo, Chega può giocare liberamente questa carta perché è un partito nuovo, completamente antisistema e di opposizione», aggiunge Passarelli. «Nella storia del Portogallo non c’è mai stato un partito di estrema destra e se da un lato è vero che l’assetto istituzionale portoghese spinge verso un sistema bipartitico, dall’altro le attuali condizioni possono rivelarsi l’opportunità giusta per intervenire nel sistema partitico».

A maggio Ventura è stato condannato per aver leso l’onore e l’immagine di una famiglia residente in un quartiere periferico di Lisbona. Commentando una foto che ritraeva i membri della famiglia Coxi durante una visita a sorpresa del presidente della Repubblica nel quartiere Jamaica, dove vivono, Ventura li aveva definiti “banditi” sostenendo che fossero arrivati in Portogallo per approfittare dello stato sociale.

Condannato dal tribunale di Lisbona, insieme al partito, anche se non è stata rilevata la matrice razzista delle sue dichiarazioni, Ventura ha dichiarato che ricorrerà in appello perché si tratta del dominio della giustizia nella politica e nel politicamente corretto.

«Quello a cui assistiamo oggi è una banalizzazione e normalizzazione del discorso di odio nei circuiti istituzionali e mainstream», afferma Ba. «I tentativi di strumentalizzare il sentimento di insicurezza c’erano già stati negli anni scorsi e non avevano avuto molto successo, però hanno creato uno spazio per chi avesse avuto più capacità di penetrazione mediatica e maggiori capacità organizzative. La base sociale di estrema destra in Portogallo era già presente e ora, di fronte all’implosione programmatica dei partiti di centrodestra, ha trovato un suo spazio in maniera più visibile».

Le alleanze

Nonostante le tensioni degli ultimi mesi tra Ventura e Rui Rio, leader del Psd, i due principali partiti di centrodestra potrebbero avere bisogno, alle prossime amministrative, di un’alleanza post elettorale con Chega.

«L’ipotesi di un’alleanza cambierebbe la posizione del partito nel panorama nazionale – aggiunge Freire – è già successo per le elezioni del parlamento delle Azzorre, che insieme a Madeira ha delle elezioni autonome rispetto al resto del paese».

Proprio nelle Azzorre il deputato di Chega e leader regionale del partito è stato sospeso perché «è venuta meno la fiducia del leader» per ragioni di conflittualità interna al partito, ma è stato criticato da Ventura di «eccessiva sottomissione al Psd».

«Se oggi guardiamo i dati reali, i seggi in parlamento», conclude Freire, «Chega è un partito elettoralmente irrilevante, ma con prospettive di crescita importanti secondo i sondaggi. Tutto dipenderà da che cosa succederà nella destra portoghese».

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