«Non credo di dover chiedere io ai ministri di partecipare alle celebrazioni», diceva la presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’inizio delle mese a chi le chiedevano come si sarebbe comportato il suo governo di fronte alle celebrazioni del 25 aprile. Sarà stata quindi un moral suasion non verbale a spingere quasi tutto il governo, compresa l’intera pattuglia di Fratelli d’Italia (con un’unica eccezione “giustificata”) a decidere di partecipare.

Non si tratta di una pacificazione nazionale e, come polemiche e scivoloni di queste settimane hanno anticipato, i discorsi e i gesti dei membri della maggioranza riveleranno distinguo e omissioni che produrranno nuove polemiche. Ma è chiaro di fronte al suo primo 25 aprile, l’obiettivo di Meloni è quello di limitare i danni.

Cerimonie solenni

Così, martedì, la presidente del Consiglio sarà all’evento più solenne: quello all’Altare della patria, con accanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i presidenti delle camere e quello della regione Lazio, Francesco Rocca. Fino a ieri c’era qualche incertezza solo sul presidente del Senato, Ignazio La Russa. «Farò una cosa che metterà d'accordo tutti», aveva detto dopo aver passato settimane a incendiare il dibattito con una serie di dichiarazioni controverse che avevano costretto la stessa Meloni a intervenire.

La Russa ha deciso di partecipare, ma subito dopo volerà a Praga, per un evento che riunisce i presidenti dei parlamenti europei e qui intende mantenere la sua promessa. Visiterà il campo di concentramento nazista di Terezin e depositerà una corona di fiori sulla tomba di Jan Palach, il patriota ceco che si autoimmolò dopo il fallimento della rivolta anti sovietica del ‘68 (e che, in Italia, è stato spesso celebrato dall’estrema destra).

E ministri disciplinati

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, è stato tra i primi a dichiarare la sua partecipazione alle celebrazioni. Sarà nel cuneese, insieme alla ministra del Turismo Daniela Santanché, dove accoglierà Mattarella nella seconda parte della giornata. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, che a ottobre aveva definito il 25 aprile «una data storica per il nostro paese», sarà a Roma, ad una cerimonia organizzata dalla comunità ebraica, mentre Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, sarà alla cerimonia ufficiale a Lecce.

Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il parlamento, andrà alle celebrazioni di Pordenone, mentre lo staff della ministra della Famiglia Eugenia Roccella dice che la ministra sta ancora decidendo in quale città recarsi ma che parteciperà «sicuramente». Il ministro del Mare Nello Musumeci sarà a Catania dove «deporrà un fiore ai caduti angloamericani, tedeschi e italiani, nei cimiteri alla periferia della città», come faceva da presidente di regione.

Tra i presidenti di regione di Fratelli d’Italia, quello delle Marche, Francesco Acquaroli, andrà nei comuni di Sirolo e Numana. Dopo la cerimonia all’altare della patria, quello del Lazio, Francesco Rocca, sarà alle Fosse Ardeatine, mentre quello dell’Abruzzo, Marco Marsilio sarà in missione a Barcellona, dove presenterà un evento legato alla promozione del Giro d’Italia. Con lui ci sarà il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, l’assente (giustificato) più illustre di tutta la compagine di FdI.

Il leader della Lega Matteo Salvini sarà in campagna elettorale in Brianza, dove in diversi comuni si vota a maggio. Non ha escluso di partecipare a qualche celebrazione, ma se deciderà di ignorare la festa rischia di trovarsi in minoranza, anche tra i leghisti.

Come da tradizione, i presidenti di Veneto e Lombardia, Luca Zaia e Attilio Fontana, saranno uno a Treviso e l’altro a Varese, mentre il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, il cui padre partecipò per alcune settimane alla resistenza, andrà invece a Milano. Persino chi ufficialmente resterà a casa propria ci tiene a ricordare i suoi impegni per la giornata. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, al momento non ha nulla in agenda, ma interpellato ci tiene a ricordare che è stato lui a decidere per la prima volta di rendere gratuiti i musei in occasione del 25 aprile.

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