Tutelare la maternità, la famiglia rigorosamente con «madre e padre», e contrastare il fenomeno del calo delle nascite in Italia. Questo l’obiettivo di tre disegni di legge riproposti dal centrodestra al Senato. Con l’intento, si legge nel testo depositato dal capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, di andare «contro un presunto progetto ben organizzato perseguito in modo scientifico da gruppi mili­tanti, schiavi della propria ideologia, che cercano con tutti i mezzi di affermare il pro­prio stile di vita utilizzando tecniche e stra­tegie mirate a cancellare la verità in nome della volontà di instaurare una vera e pro­pria dittatura relativista». 

Gli altri due sono praticamente identici tra loro, hanno come prima firma il forzista Maurizio Gasparri, «vecchia conoscenza» dei Pro Vita, come ha raccontato il promotore del Family Day, Massimo Gandolfini, e Isabella Rauti, appena nominata sottosegretaria alla Difesa di Fratelli d’Italia e partecipante alla manifestazione. Entrambi propongono che il 25 marzo diventi la “Giornata della vita nascente”, un’iniziativa in passato portata avanti anche da Giorgia Meloni in consiglio comunale a Roma insieme a Rachele Mussolini, nipote del duce.

La "vita nascente” e il “concepito”

LaPresse

Nella “Giornata della vita nascente”, stato, regioni ed enti locali dovranno organizzare e promuovere «senza oneri a carico della finanza pubblica, manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri, momenti di informazione e riflessione, anche nelle scuole» per «diffondere informazioni su gestazione, comunicazione e interazione relazionale precoci tra madre e figlio, sulle cure da prestare al nascituro e alla donna in gravidanza, sui diritti della gestante, sui servizi sanitari e di assistenza presenti sul territorio, sulla legislazione sul lavoro a tutela di madre e padre, nella prospettiva di far emergere tutta la positività dell'esperienza genitoriale».

La data del 25 marzo, si spiega nelle relazioni dei due disegni di legge, è quella già scelta dai Parlamenti di 11 Stati (Argentina, Cile, Costarica, Ecuador, El Salvador, Filippine, Honduras, Nicaragua, Repubblica Domenicana, Perù Paraguay e Portorico).

Entrambi i provvedimenti erano già stati presentati nelle precedenti legislature ed erano stati firmati anche da altri parlamentari come il leghista Simone Pillon, pro life e fortemente critico con l’affossato ddl Zan contro l’omotransfobia, e i due parlamentari di Fratelli d’Italia Lucio Malan e Paola Binetti.

Più articolato il progetto di legge del capogruppo della Lega al Senato, Romeo. Il testo, finalizzato sempre alla tutela della maternità e della "vita nascente”, fa riferimento in maniera più esplicita ai diritti del “concepito” più che a quelli del bambino.

Il ddl chiede infatti di «riconoscere il concepito quale com­ponente a tutti gli effetti della famiglia». Nell’articolato, si prevede sostegno la famiglia quale nucleo fondamentale della società di incentivare la natalità con strumenti di sostegno economico e prevedere il formale riconoscimento giuridico della famiglia «intesa come madre e padre». Per agevolare la famiglia che «ha diritto di esistere», come recita l’incipit del testo, si propone un sistema gratuito di servizi socio-educativi per prima infanzia e un fisco pro-famiglia ma anche di «riformare i consultori tutelando il valore sociale della genitorialità e del concepito».

I Pro Vita

Lo scorso 10 ottobre, Isabella Rauti presidiava una conferenza a favore dei nonni dei Pro Vita, in compagnia di altri eletti meloniani. Maurizio Gasparri registra la sua presenza sia nell’evento di ottobre sia in quello prima delle elezioni, il 16 settembre, in cui tutti i partiti di centrodestra si sono impegnati, con la firma di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, a sostenere il documento presentato dai Pro Vita. La Giornata della vita nascente e il sostegno alla genitorialità sono tra i punti esplicitamente elencati.

Per combattere «l’inverno demografico», come si legge nel programma di Fratelli d’Italia, Meloni si è impegnata durante la campagna elettorale ad andare incontro alle associazioni cattoliche pro life e ad attuare “tutta” la legge 194 sul diritto all’aborto, andando a incentivare la parte del sostegno al mantenimento della gravidanza.

Parte così la campagna in parlamento che va dalla celebrazione della famiglia, alla riforma dei consultori fami­liari – come si legge nel ddl Romeo – «nella tutela sociale della genitorialità e del conce­pito». I disegni di legge non sono ancora stati messi in agenda, ma sono tra i primi a essere stati depositati nella nuova legislatura.

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