Adolfo Urso di Fratelli d’Italia è il nuovo presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica che vigila sui servizi segreti. Nonostante l’addio in polemica dell’ex presidente della Lega, Raffaele Volpi – che si è ritirato assieme all’altro leghista in commissione, Paolo Arrigoni, lasciando il Copasir con 8 membri - il nuovo presidente ha ottenuto 7 sì e una scheda bianca (quella di Urso stesso). Il segretario della Lega, Matteo Salvini, di fronte alla possibilità dell’avvicendamento, aveva protestato chiedendo che si dimettessero tutti.

Meloni festeggia

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, festeggia: «Congratulazioni e buon lavoro da me e da Fratelli d'Italia ad Adolfo Urso, neo presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica». Ha deciso di ringraziare Volpi: «E il nostro ringraziamento al presidente uscente Raffaele Volpi per il lavoro svolto».

Secondo la legge, il Copasir deve essere presieduto da un esponente di opposizione, in questo caso rappresentata solo da FdI. Urso ricopriva il ruolo i vicepresidente ed era l’unico meloniano in commissione: «Aveva dimostrato capacità e competenza – ha detto la leader - e siamo certi che saprà ricoprire questo importante e delicato incarico allo stesso modo, sempre nell'interesse della nazione e degli italiani».

Il primo a sostenere le istanze di Meloni era stato il segretario del Pd, Enrico Letta. Quando era partito lo scontro tra i due leader di destra aveva immediatamente preso le sue parti: «Ha ragione» aveva ripetuto a più riprese.

I rapporti con l’Iran

La Lega ha accusato Urso di avere rapporti opachi con l’Iran: «In questo momento gli amici dell'Iran non sono amici miei» aveva commentato Salvini. Il riferimento è ai presunti legami del senatore con la repubblica islamica. La storia, ha raccontato Repubblica, ruota attorno alla Italy World Service srl, una società di consulenza in cui Urso ha avuto ruoli operativi e la rappresentanza legale, prima di cedere le quote al figlio nel luglio 2017. La Iws si occupava di internazionalizzazione e consulenza, in più paesi, dal Sudafrica all’Albania. Ma secondo quanto ricostruito dal quotidiano, dopo che Urso ha deciso di dedicarsi interamente alla politica e a marzo del 2018 è stata chiusa la sede di Teheran - dove erano impiegate una dipendente e una collaboratrice - gli incassi sono crollati. Una situazione che dimostrerebbe l’importanza dei rapporti con il paese. Per Urso il punto non è nell’aver abbandonato l’Iran, ma nel fatto che ha smesso di interessarsene personalmente.

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