Gli elettori sono convocati a Montecitorio per il 18 gennaio. La strada verso il Quirinale è raccontata spesso come una corsa equestre. A influenzare la metafora è, spesso inconsapevolmente, il richiamo all’antico nome medievale del Colle: Monte Cavallo. Da cui abbiamo preso il titolo di questo appuntamento quotidiano.

Un nome che sembra fatto apposta per evocare corazzieri, parate equestri, sfilate solenni ma che nasce dalle due grandi statue di Castore e Polluce, copie romane di opere greche, posizionate da secoli nella piazza del Quirinale: i dioscuri immortalati coi loro giganteschi cavalli.

Ogni tanto compaiono sui giornali elenchi di nomi: album di figurine con tanto di foto, stile Panini. Ieri la Stampa ha pubblicato dodici profili di donne candidate. C’erano Rosy Bindi, Marta Cartabia, Emma Bonino, Elisabetta Casellati, per dire i nomi più possibili. Accanto a loro anche le più improbabili Luciana Lamorgese, Liliana Segre, Lorenza Carlassare…

“Garante della prostituzione”

Ci vorrebbe una presidente della Repubblica donna. Lo dicono in tanti e almeno dal 1999, l’anno in cui fu poi eletto Carlo Azeglio Ciampi. O almeno un amico delle donne. Non un loro sfruttatore. Così deve aver pensato Marco Travaglio.

Oggi il Fatto usa toni non proprio moderati per lanciare una raccolta di firme contro l’elezione di Silvio Berlusconi al Quirinale e il titolo, accompagnato da un vignettone di Giannelli dice: “Garante della prostituzione”.

Lui, Mr.B, ci crede ancora, nell’elezione al Colle, e la conferma viene dalla scelta fatta alla vigilia: passerà qualche giorno in una spa di Merano. Lo rivela Francesco Verderami sul Corriere.

Mentre il Giornale attribuisce anche a Mattarella il pressing nei confronti di Mario Draghi: che resti a palazzo Chigi! L’altro giorno il direttore, Augusto Minzolini, ha scritto che se Supermario insiste a voler andare al Colle è un “disertore”, tradirebbe la patria.

Tv, tribuna Quirinale

Ieri sera due uscite televisive di Enrico Letta e Giuseppe Conte in quella che sta rapidamente diventando la Tribuna Quirinale dell’informazione catodica.

Letta, intervenendo a Cartabianca su Rai3, dalla Berlinguer ha detto: «Quella per il prossimo presidente della Repubblica sarà una elezione a larga maggioranza perché se così non fosse il governo cadrebbe immediatamente».

E Conte? Ospite da Floris a Di Martedì su La7, il presidente del Movimento 5 stelle ha confermato che parleranno con tutti, destra compresa, ma che Berlusconi non può essere un candidato. Il combinato disposto è abbastanza liquidatorio per il Cav.

La sfinge Draghi

I partiti vorrebbero che parlasse, che alla fine si decidesse a dire le sue intenzioni. Certo ci sono i vari Renato Brunetta, Giancarlo Giorgetti e Marta Carfagna ma è lui, Mario Draghi, a tener duro nel suo ruolo di “sfinge” (copyright Ugo Magri su Huffington Post) e a non voler dichiarare le sue vere intenzioni.

La contraddizione è che insieme i partiti e le diverse fazioni interne («microfratture» per il direttore del Foglio, Claudio Cerasa) lo vorrebbero condizionare, sabotare, fermare in alcuni atti di governo, a cominciare dalla legge di Bilancio, e allo stesso tempo imprigionare a vita a palazzo Chigi. Lui, Draghi, sembra stufo, ma sta zitto.

Una riforma per Mattarella

L’altra strada per il “congelamento” delle due poltrone (Mattarella riconfermato al Quirinale e Draghi a palazzo Chigi) passa dal far cambiare idea all’attuale capo dello stato. Cosa non facilissima.

Oggi Stefano Folli su Repubblica, grande fautore del mantenimento dell’equilibrio attuale, sottolinea il valore di un disegno di legge costituzionale il cui testo in queste ore viene depositato al Senato. È a firma Luigi Zanda e Dario Parrini, esponenti del Pd, e propone l’abolizione del semestre bianco. Via tortuosa che potrebbe essere offerta a Mattarella per restare, almeno ancora per due anni.

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