La politica continua a sconfinare nel Festival, e a Sanremo saranno ricordate le foibe. L’indicazione è arrivata da governo (e Terzo polo) a reti unificate, e Amadeus, venerdì 10, si adeguerà e parlerà in occasione del “Giorno del ricordo”  dei massacri contro la popolazione italiana a opera dei partigiani comunisti iugoslavi del maresciallo Tito, il rivoluzionario filo sovietico. Una commemorazione a cui la destra tiene particolarmente.

Fino a giovedì Amadeus non aveva detto che era previsto: «Ci sono tanti temi cruciali e nessuno è meno importante di un altro. Vedremo cosa fare». Repubblica ha raccontato che alcuni dirigenti Rai in serata hanno deciso che il momento avrebbe dovuto esserci e prima della conferenza stampa di venerdì è arrivata a Domani la conferma definitiva: ci sarà e lo farà Amadeus.

In conferenza stampa ha dato una nuova versione: «Era previsto prima dell’inizio del Festival e visto l’intervento dei politici lo ufficializzo oggi».

Enrico Lucci, inviato di Striscia la notizia, ha ironizzato facendo una domanda provocatoria: «Ricorderemo pure l’ingresso di Badoglio ad Addis Abeba?», un evento che il duce Benito Mussolini durante il fascismo celebrò dal balcone di Piazza Venezia come l’inizio della costituzione dell’Impero.

L’invito pubblico

L’invito è stato pubblico. Sangiuliano ha lanciato l’appello giovedì: «Da cittadino, prima che da ministro, credo sarebbe un gesto importante che il Festival Sanremo dedicasse un momento, domani sera, proprio al Giorno del Ricordo. Per non dimenticare tutti gli italiani e le italiane che persero la vita nelle foibe o che furono costretti a fuggire dalle proprie case e dalla propria terra. Uomini, donne, vecchi e bambini che non avevano alcuna colpa. Perché coltivare la memoria è l’unico antidoto affinché tragedie come queste non accadano mai più».

Il forzista Maurizio Gasparri ha rincarato la dose: «Basta negazionismi», e alla fine si è accodata pure la capogruppo alla Camera del Terzo polo (renziana di Italia viva) Raffaella Paita.

Mattarella e Fedez

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Che l’edizione di quest’anno avrebbe accolto le sfumature politiche era chiaro da quando si è aperto l’affaire Zelensky. Dopo il dibattito nazionale sulla presenza video del presidente dell’Ucraina, è stato deciso che Amadeus leggerà una lettera del presidente sabato.

La presidente del consiglio è intervenuta a margine del Consiglio europeo: «Io avrei preferito che ci fosse, mi dispiace che su un tema del genere ci sia stata una polemica. Ho apprezzato comunque la scelta della lettera».

A questo si è aggiunta per la prima volta nella storia repubblicana la presenza del presidente della Repubblica al Festival: Sergio Mattarella ha partecipato alla serata di apertura in occasione della performance di Roberto Benigni per i 75 anni della Costituzione. Amadeus ha pubblicato un selfie celebrativo.

Nella seconda serata ha tenuto banco il freestyle del rapper Fedez e le parole contro il viceministro Galeazzo Bignami e la sua foto “goliardica” vestito da nazista, e la citazione critica della ministra della Famiglia e delle Pari opportunità Eugenia Roccella. Per finire, giovedì sera Gianluca Grignani ha mostrato la scritta “No War” sulla camicia. Sembra essersi spenta l’eco dell’intervento della deputata Maddalena Morgante di Fratelli d’Italia contro “il gender” e l’esibizione di Rosa Chemical: ha cantato regolarmente la sua canzone ed è ben piazzato nella classifica provvisoria.

Adesso sarà la volta del Giorno del Ricordo. Il direttore Intrattenimento Rai, Stefano Coletta, ha detto di non aver mai ricevuto telefonate dal mondo della politica, ma l’attenzione è alta. Nonostante il dato sull’audience debba essere contestualizzato (lo share è più alto, ma i numeri assoluti sono in lieve calo), la terza serata del festival è stata seguita da circa 10 milioni di spettatori. Le interazioni social hanno toccato i 28 milioni.

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