L’Associazione Dem.e.tra (Democrazia, etica pubblica, trasparenza), nata nel 2021 per contrastare l’evidente rimozione del tema dell’integrità delle istituzioni e dei funzionari, politici e amministrativi, dal dibattito pubblico, già evidente a partire dal 2018, ha inviato a tutti i partiti un documento, ispirato al rapporto della Commissione europea sullo stato di diritto in Italia, nel quale sono indicati dieci punti di un possibile programma per l’etica pubblica. Il documento è pubblicato sul sito dell’Associazione.

Si va da rigorosi criteri di scelta dei candidati alle cariche pubbliche alla trasparenza, partecipazione e legalità nell’attuazione del Pnrr e dei contratti pubblici, dalla repressione penale della corruzione alla segnalazione di comportamenti illeciti (il whistleblowing), dalla prevenzione della corruzione nelle amministrazioni ai conflitti di interesse, dalla regolamentazione delle lobby alla trasparenza come misura generale di controllo democratico, dal ruolo dell’Anac alle necessarie politiche pubbliche di riforma per una buona amministrazione.

Centrodestra

Poiché nessuno dei partiti si è formalmente espresso sul documento, Demetra ha esaminato i loro programmi elettorali.

Nel programma elettorale del centrodestra, le parole “etica pubblica” o “corruzione” sono assenti. Unico punto trattato riguarda la giustizia penale, per la quale si ripropone la nota ricetta della definitiva separazione delle carriere, trascurando i rischi di un controllo politico della magistratura, accompagnata da rituali impegni sul «giusto processo e ragionevole durata, efficientamento delle procedure, stop ai processi mediatici e diritto alla buona fama»; sulla «riforma del diritto penale: razionalizzazione delle pene e garanzia della loro effettività, riforma del diritto penale dell'economia, interventi di efficientamento su precetti e sanzioni penali». Nel programma della Lega si fanno proposte di «sburocratizzazione» delle amministrazioni, ma nessuno degli interventi richiesti dalla Commissione europea è richiamato.

Centrosinistra

Mentre nel programma di Sinistra italiana e dei Verdi il tema è del tutto assente, nel programma elettorale dei democratici e progressisti (Pd più Leu), pur non citando mai la parola «corruzione» o il ruolo dell’Anac nel rafforzare la prevenzione nelle istituzioni, gli unici temi trattati sono quello della «democrazia interna e trasparenza dei partiti con una legge sulla rappresentanza che dia finalmente attuazione all’articolo 49 della Costituzione» e quello di una «modifica della Legge Severino sui sindaci» al fine di «eliminare, con eccezione dei reati di grave allarme sociale, la sospensione automatica dalla carica con la sola condanna di primo grado».

Terzo polo

Azione e Italia viva seguono anch’essi la strada di occuparsi della sola repressione penale, allineandosi alle proposte del centrodestra sulla separazione delle carriere di giudici e pm (con riforma costituzionale) e sul ripristino delle «norme sulla prescrizione cancellate con la riforma Bonafede».

Movimento 5 stelle

Unica eccezione il programma del Movimento 5 stelle che richiama esplicitamente i punti di una «legge sul conflitto d’interessi», di una «legge sulla regolamentazione delle lobby», della «lotta alla corruzione, maggiore trasparenza e controllo dei fondi del Pnrr e implementazione delle tutele per il lavoratore che denuncia (“whistleblowing”) e per i testimoni di giustizia», del «contrasto alle agromafie ed ecomafie, tutelando il diritto alla salute attraverso un efficace sistema di repressione delle attività della criminalità organizzata e dei reati ambientali in generale».

Quadro desolante

Un quadro nel complesso sconsolante, che fotografa una classe politica che esprime una cultura delle istituzioni vecchia, autoreferenziale e difensiva. Il problema principale dei partiti sembra essere proteggere i parlamentari, esecutivi a tutti i livelli di governo (dai sindaci ai ministri) da indebite incursioni della magistratura, anche al prezzo di comprometterne l’indipendenza (come avviene oggi in Polonia e Ungheria).

Ci si allontana così, ancora una volta, dalla strada che proprio dieci anni fa l’Italia aveva intrapreso con la legge anticorruzione e con l’istituzione di una Anac autorevole. Una strada che oggi seguono le organizzazioni internazionali e tutti i paesi europei più avanzati: la prevenzione del rischio, la cura della qualità delle amministrazioni, l’attenzione ai comportamenti imparziali di tutti i funzionari pubblici, con codici di condotta, con la prevenzione dei conflitti di interessi, con rapporti trasparenti con i titolari di interessi privati.

Chiunque vinca le elezioni, ci sarà molto da fare.

 

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