Italia

Anche la Nato preme per costruire il ponte sullo Stretto

L’infrastruttura è strategica per la difesa: servirà a collegare le basi  di Sigonella e Napoli e a migliorare la mobilità dell’esercito in Europa. Il progetto rientra in in una rete di opere europee sviluppate anche in ottica militare e le aziende che costruiranno il ponte hanno già esperienza nelle basi dell'alleanza

  • L’infrastruttura servirà a collegare le basi Nato di Sigonella e Napoli, ma il ponte dovrebbe presto rientrare nel Trans-European Transport Network, il progetto di mobilità europea pensato per migliorare i collegamenti all’interno dell’Unione anche in un’ottica militare e di cui fa parte, in Italia, anche la Tav.
  •  Le aziende che costruiranno il ponte vantano nel loro portfolio lavori di ampliamento di basi dell’Alleanza atlantica e di altre infrastrutture utili per collegare le basi militari italiane ed europee. 
  • La volontà del governo di costruire il ponte sullo Stretto sottolinea l’importanza che la Sicilia riveste per l’Alleanza atlantica e per la Difesa italiana. Sull’isola sono presenti la base di Sigonella e il Muos, mentre di recente il ministero della Difesa ha cercato di costruire sulle Madonie di un nuovo hub logistico-addestrativo.

Il ponte sullo Stretto è tornato ancora una volta al centro del dibattito dopo che il governo ha ripreso in mano un progetto che negli ultimi 20 anni ha prodotto più spese che risultati. Il costo dell’infrastruttura tra l’altro è anche lievitato nel tempo, passando dai 5 miliardi stimati nel 2001 ai 13,5 dichiarati nell’attuale progetto tecnico, senza considerare la spesa per consulenze e studi che già si aggira intorno a un miliardo. Molti soldi dunque per un progetto fortemente criticato

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