Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, se ne vuole andare, ma il Partito democratico non desiste: «Il suo discorso non cambia niente, se si mettono in ginocchio chiedendogli di restare cosa succederà?». Il settennato di Mattarella è agli sgoccioli e il suo discorso di fine anno è stato un commiato durato tra l’altro solo 15 minuti e 41 secondi.

Non ha lasciato spazio a dubbi: «Come prevede la Costituzione si concluderà il mio ruolo di presidente». Tutto, spiegano, dipenderà da come si metteranno le cose a gennaio, quando si approssimerà il voto previsto a fine mese. Il 4 gennaio il presidente della Camera, Roberto Fico, renderà noto il calendario.

I ringraziamenti

Sulla carta hanno tutti fatto avere i loro ringraziamenti appena Mattarella ha finito di parlare. Enrico Letta, il segretario del Pd, mentre si chiude il settennato, ha dichiarato in un comunicato: «Siamo grati a Mattarella per come ha saputo rappresentare l’interesse nazionale e guidare il paese nelle tante crisi che si sono succedute, fino alla prova più impegnativa, quella della pandemia» che però purtroppo, ha proseguito, «non si è ancora conclusa». Una frase che lascia aperte tutte le possibilità, dato che i contagi per via della variante Omicron continuano a crescere. Questo non potrà non influenzare il voto sul Colle, secondo un parallelismo che viene proposto da alcune settimane.

Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia e attualmente all’opposizione, la pensamente diversamente. Ha risposto con un altro comunicato, divulgato sempre la sera stessa, avvertendo: «Se qualcuno volesse nuovamente utilizzare l’allarme Covid per indurre il presidente a modificare il suo pensiero e riproporne strumentalmente la rielezione, sappia che Fratelli d’Italia sarebbe contraria. Con rispetto ma con altrettanta fermezza».

I saluti di papa Francesco

Sull’addio al Quirinale la piena e reale sintonia con Mattarella finora l’ha dimostrata solo il Vaticano. Non a caso, quando si è cominciato a parlare del fatto che lo stato d’emergenza avrebbe potuto bloccare Mario Draghi a palazzo Chigi nel suo ruolo di premier, il presidente della Repubblica aveva annunciato che il 16 dicembre sarebbe andato a salutare papa Francesco in vista della conclusione del settennato.

Un commiato di persona non obbligatorio anche se prevedibile, vista la fede del presidente. A questo è seguito uno scambio in chiaro di saluti. Già la notte di san Silvestro, Mattarella, oltre a ringraziare il parlamento e i premier con cui ha avuto modo di lavorare senza nominarli – nell’ordine Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte e Mario Draghi – ha infatti ricordato il pontefice e ha rivolto «un augurio affettuoso e un ringraziamento sincero a papa Francesco per la forza del suo magistero, e per l’amore che esprime all’Italia e all’Europa». Il giorno dopo ha aggiunto un messaggio per la giornata della pace, ponendo l’accento sull’importanza delle nuove generazioni. Papa Francesco dopo l’Angelus di ieri ha risposto: «Ricambio di cuore e con gratitudine il saluto del signor presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e assicuro la mia preghiera per lui e per il popolo italiano».

Il futuro

Mattarella, pure nella brevità del suo messaggio di auguri la sera della vigilia di Capodanno, ha ripreso alcuni temi politici e pragmatici di chi comunque svolgerà il suo compito fino all’ultimo.

Oltre al messaggio per i giovani e la citazione del professore morto nell’esplosione di Ravanusa, Pietro Carmina – a cui è vicino non solo per dovere istituzionale ma anche per la comune origine siciliana – non ha trascurato neanche gli altri temi economici e sociali che ha seguito nel suo settennato e che reputa più impellenti per il prossimo futuro.

I gravi disastri per responsabilità umane, i terremoti, le alluvioni. «I tanti morti sul lavoro. Le donne vittime di violenza». Ma anche «le transizioni ecologica e digitale», che per Mattarella sono necessità ineludibili «e possono diventare anche un’occasione per migliorare il nostro modello sociale». Proprio su questo fronte nello specifico è tornato a parlare di disuguaglianze: «Occorre naturalmente il coraggio di guardare la realtà senza filtri di comodo. Alle antiche disuguaglianze la stagione della pandemia ne ha aggiunte di nuove».

Le dinamiche spontanee dei mercati, ha aggiunto, «talvolta producono squilibri o addirittura ingiustizie che vanno corrette anche al fine di un maggiore e migliore sviluppo economico». La forte diminuzione delle nascite «rappresenta oggi uno degli aspetti più preoccupanti della nostra società».

«Sono sfide che vogliamo fare nostre», ha detto Letta. Un lascito di punti programmatici per il governo, ma anche per il prossimo presidente della Repubblica, che nel centrosinistra continuano a non escludere possa essere proprio lui.

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