Domenico Dolce attacca i giovani, soprattutto i siciliani della sua terra di origine, in maniera diretta: «Le generazioni di oggi non hanno dignità». Altri li definiscono poltronisti o lanzichenecchi. Altri ancora vedono in loro solo depressione o disincanto. È tempo di dire basta. Basta con tali prediche paternaliste che hanno davvero stancato.

L’abitudine a umiliare i giovani osservandoli dall’alto della propria generazione dimentica molte cose, soprattutto quando proviene dai cosiddetti baby boomers. Tra le generazioni c’è sempre un po’ di competizione: i più vecchi tendono a giudicare male chi viene dopo, sostenendo di aver sofferto di più.

Tale retorica dura dall’antichità, l’abbiamo sentita un po’ tutti e dovremmo ricordare quanto sia ridicola e falsa. Umiliare tuttavia è tutt’altra cosa: dimostra una mancanza di sensibilità umana e ignoranza della situazione sociale attuale. Innanzitutto non si capisce perché le nuove generazioni dovrebbero accettare le difficoltà vissute da quelle precedenti: cercano giustamente qualcosa di meglio, non vogliono ripetere ciò che è stato già fatto. Perché dovrebbero? Chi mai lo ha accettato? Che progresso sarebbe?

In secondo luogo non ci si rende conto che i giovani di oggi sono sostanzialmente critici del sistema nel quale si trovano a vivere: competitivo e ingiusto. Il grande consiglio che viene loro offerto sarebbe: accetta quello che c’è senza fiatare, fatti sfruttare e zitto. Ci domandiamo: perché dovrebbero?

Quale generazione ha mai accettato la retorica del sacrificio come valore assoluto? Conosco numerosi giovani che passano da un lavoretto all’altro – pur avendo studiato – perché nessuno li mette in regola e vengono pagati poco o in nero.

Perché dovrebbero acconsentire? Il sistema li sfrutta e loro dovrebbero pure sentirsi in colpa? Fare lavori stagionali con salari bassi sarebbe la soluzione? Oppure andare a lavorare la terra? Come se non fosse noto che il lavoro nei campi è controllato dalle agromafie e dai caporali…

Che soluzione sarebbe mai questa: il sacrificio dello sfruttamento? Dolce non è forse a conoscenza che nel suo settore c’è molto nero e che numerose grandi firme – magari non la sua – usano subappaltare la produzione al sommerso, per poi applicare soltanto l’etichetta? Tuttavia non è questa la cosa peggiore.

Ragioni per ribellarsi

Ciò che davvero è problematico è l’atteggiamento poco adulto e paterno nei confronti dei giovani. Ci si domanda: che padri e/o che adulti sono coloro che sputano sentenze con l’obiettivo di umiliare? A quale tipo di responsabilità stanno assolvendo?

Cosa stanno trasmettendo ai giovani sui più anziani? Certamente non è utile fare gli amiconi, tollerare tutto: la soluzione non è il buonismo. Ma umiliare è la cosa peggiore. Crea rancore. Troppo buoni i giovani di oggi davanti a tali parole: avrebbero tutte le ragioni di ribellarsi.

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