Il leader della Lega, Matteo Salvini, è tornato a parlare di Quirinale in un punto stampa con i giornalisti davanti al senato. «Sul Quirinale non ho piani B, C e D. Stiamo lavorando per avere una scelta veloce e di alto livello. A differenza di Letta non mettendo veti nei confronti di nessuno – ha detto Salvini – La settimana prossima, quando si comincia a votare, la Lega come forza responsabile e di governo, adesso e nei prossimi anni, farà una proposta che penso potrà essere convincete, se non per tutti, per tanti».

Chissà se la proposta «convincente per tanti» sia proprio Silvio Berlusconi o un altro candidato di centro destra, dopo la chiusura di Pd e 5stelle al leader di Forza Italia. Ora Salvini è forte del possibile appoggio di Matteo Renzi che non ha chiuso la porta e si è detto disponibile a votare una figura di centro destra se ritenuta quella giusta.

«Sul Quirinale continuo a incontrare persone, ad ascoltare perché la scelta sia rapida – ha aggiunto Salvini –  aspettiamo che il presidente Berlusconi faccia i suoi incontri e i suoi conti».

Forse si capirà qualcosa di più dopo il prossimo vertice tra gli alleati che ci sarà mercoledì o giovedì. Ma davanti ai giornalisti il leader della Lega prova a distogliere l’attenzione dal discorso Quirinale affermando che la sua priorità, a oggi, è il caro bollette per il quale proporrà una misura di ristori per le aziende al prossimo Consiglio dei ministri.

Fino al 2023

Sulla proposta di Enrico Letta, che dalla riunione del Partito democratico del 15 gennaio ha chiesto a tutte le compagini di governo di raggiungere un patto fino a fine legislatura, Salvini ha detto: «Patto di legislatura che vuol dire? Su cosa? Con chi? L'importante è tenere la poltrona fino al 2023? Vorrei parlare di contenuti. Io parlo di governo dei leader perché su alcuni temi anche questo governo ha ampi margini di miglioramento, e penso a immigrazione e sicurezza, che è fuori controllo. Quindi penso che anche con Draghi premier, e spero che continui ad esserlo perché sarebbe una garanzia per tutti, tutti i partiti debbano mettere le energie migliori. Poi chiamatelo patto o come volete»

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