Quasi 500mila donne e ragazze hanno sottoscritto la petizione "Il ciclo non è un lusso”. Una firma per chiedere l’abbassamento dell’Iva sugli assorbenti, oggi al 22 per cento, parificandola a quella prevista per i beni di prima necessità (4 per cento).

Una richiesta importante, soprattutto in questo momento storico in cui la crisi pandemica ha colpito e colpisce duramente l’occupazione femminile e dunque il reddito delle donne. Tra il secondo trimestre 2019 e lo stesso periodo del 2020 si registrano 470mila occupate in meno. Un dato che parla chiaro, più di ogni parola. La violenza economica infatti è uno dei tanti volti della violenza di genere, una piaga sociale che abbiamo il dovere di affrontare con ancora più determinazione, in ogni sua manifestazione.

Oggi abbiamo la possibilità, in occasione della legge di Bilancio che ci apprestiamo ad approvare in parlamento, di dare un segnale di attenzione concreta. E non solo alle 500mila firmatarie della petizione, ma a tutte le donne e a tutte le ragazze del paese. Per questo, insieme a molte deputate di gruppi diversi abbiamo sottoscritto un emendamento con cui chiediamo la riduzione dell’Iva su tutti gli assorbenti al 5 per cento.

Nella scorsa Legge di Bilancio siamo infatti riuscite ad abbassarla per quelli biodegradabili e compostabili. Parliamo quindi di una parte circoscritta dei tamponi utilizzati. Oltre 15 milioni di donne italiane hanno continuano e continuano a subire la piena tassazione. Voglio ricordare che il mercato degli assorbenti igienici vale circa 515 milioni di euro (dati Nielsen).

Adesso possiamo e dobbiamo compiere uno scatto in avanti. L’approvazione dell’emendamento sarebbe, del resto, in linea con una legge di Bilancio che prevede misure importanti come gli sgravi contributivi per le aziende che assumono donne, il fondo per l'imprenditoria femminile e l’assegno unico per i figli.

Parliamo per altro di un intervento fiscale che è già realtà in numerosi Paesi dell’Unione Europea e del mondo. In UE,
molti stati hanno ridotto l’Iva: in Spagna e Austria è al 10 per cento; in Portogallo e Belgio al 6 per cento; in Francia al 5,5 per cento; in Inghilterra al 5 per cento. Ed è notizia di queste settimane la decisione del Parlamento della Scozia di attribuire alle autorità locali il dovere di fornire gratuitamente i prodotti per il ciclo a tutte le donne che ne hanno bisogno nelle scuole, nei college, nelle università e persino in alcuni ristoranti, pub e club di calcio.

Sono convinta che non sfugga a nessuno e nessuna quanto sia giusta questa battaglia, che tante associazioni da tempo portano avanti, penso in particolare a Onde Rosa e WeWorld che meritoriamente hanno lanciato la petizione. Per questo credo che non rimanga che un’unica strada: in parlamento, deputate e deputati votino l’emendamento di riduzione dell’Iva su tutti gli assorbenti. Non c’è colore politico, non c’è distanza che tenga.

© Riproduzione riservata