Ogni anno, puntuale per la stagione della manovra, tra i vari dissidi interni alla maggioranza torna all’ordine del giorno il nodo del canone Rai. Le squadre sono sempre le stesse: Forza Italia e Fratelli d’Italia sono contro il taglio, anche se per ragioni differenti, la Lega chiede sempre la stessa riduzione, venti euro. In passato è riuscita a ottenerla e la cifra è stata compensata dallo stato: quest’anno la situazione si ripropone, ma sembra più probabile che la questione si chiuda come è successo l’anno scorso, cioè con un naufragio dell’emendamento leghista. Stavolta, infatti, la proposta di modifica del Carroccio non è stata inserita nemmeno nel gruppo dei cosiddetti segnalati, ossia quelli per cui viene proposta una corsia preferenziale rispetto agli altri emendamenti. 

FdI vuole tenere le cose come stanno per tutelare la governance meloniana, già impegnata a gestire una coperta resa più corta dai tagli imposti dall’ultima legge di Bilancia per ripianare il debito monstre dell’azienda e dagli esosi compensi dei professionisti esterni chiamati dai direttori e dai costi di produzione alti per certi progetti che rendono meno delle aspettative. Forza Italia ha interesse a mantenere lo status quo per non compromettere la raccolta pubblicitaria di Mediaset. Maurizio Gasparri, capogruppo e membro della commissione Vigilanza Rai, torna a battere su questo punto: «C'è un problema di equilibrio di risorse pubblicitarie. Qualche hanno fa il canone è stato ridotto e la Rai è stata risarcita con risorse del Tesoro e quindi dei cittadini. È una partita di giro che non serve a niente». 

La polemica

Ha ribattuto il senatore Giorgio Maria Bergesio, capogruppo della Lega in Vigilanza: «Spiace l’avversione al nostro emendamento sul canone Rai. Si tratta di una proposta di buonsenso a tutela degli utenti. Una volta FI era a favore del taglio delle tasse per i cittadini» ha provocato. Risposta a stretto giro di Roberto Rosso, capogruppo degli azzurri in commissione ed estensore del testo di maggioranza per la riforma della governance, attualmente in cassetto in Senato, dove l’esame degli emendamenti, giurano, riprenderà dopo la conclusione dell’iter della legge di Bilancio.

«Bergesio è un amico che sicuramente ricorderà che quando è stato ridotto il canone, qualche anno fa, della Rai poi la cifra corrispondente è stata versata dal ministero dell'Economia alla Rai, prendendola dalle tasche dei cittadini. Noi vogliamo i tagli di tasse veri, non quelli apparenti» ha detto Rosso. 

Fratelli d’Italia per ora rimane nell’ombra mentre Forza Italia e la Lega si sfidano, ma la l’intenzione che filtra è quella di mantenere la situazione attuale, com’è successo anche l’anno scorso. Il canone era stato anche al centro di uno degli ultimi colloqui di Giampaolo Rossi con gli esponenti della maggioranza, che l’ad era andato a incontrare appositamente a Montecitorio, scatenando le polemiche delle opposizioni che vi avevano letto un appuntamento per allinearsi sulle priorità da tenere in Rai.

«I fondi vanno mantenuti stabili, così come prevede anche l’Emfa, appena entrato in vigore» dice un colonnello del partito meloniano. Una norma che prevederebbe anche pluralismo e tutela della libertà d’informazione, ma tant’è. 

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