paura e delirio a belfiore

La House of Cards lombardo-veneta che nessuno vuole mettere in scena

La vicenda di Morisi è nodo di smistamento delle vite più peccaminose sullo sfondo della pianura zanzarosa. Lui è un Don Giovanni che ha ucciso via Twitter per interposto Salvini. Ma non è soltanto vittima di sé stesso

 

  • Quando capita una storia così, gli sceneggiatori e gli spettatori si avviliscono. Perché non possiamo produrre un House of Cards italiano? Con i cosiddetti “festini gay” che ancor oggi, con il mondo gay ultrarappresentato su tutti i canali televisivi e nelle primarie attività imprenditoriali, possono invece valere come arma politica per far fuori il nemico.
  • I produttori italiani invece tirano un sospiro di sollievo. Per fortuna che è successo nella realtà, perché chi avrebbe mai il coraggio di produrre simili intrecci, vicende in cui si annidano tutti gli allarmi che si possano sommare in una carriera produttiva?
  • Ci sono i gay nell’armadio e gli omofobi, e vabbè, ma sono tutti compagni di partito al governo, uniti nel comune ideale della lotta al decreto Zan, all’immigrato, alla droga e agli spacciatori. E poi ci sono i rumeni forse rom, immigrati da demonizzare.

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