Subito dopo Pasqua, la procura di Biella potrebbe chiudere le indagini e formulare le richieste di rinvio a giudizio per lo sparo partito la notte di Capodanno dalla pistola del deputato di FdI Emanuele Pozzolo, in cui rimase ferito un 31enne.

Dopo il deposito dei risultati della perizia balistica condotta dalla consulente della procura, Raffaella Sorropago, c'è attesa per capire quanti degli elementi ricostruiti sulla dinamica dello sparo al veglione a Rosazza, nel Biellese, si discosteranno dalle conclusioni dei periti della difesa, Luca Pierpaolo Soldati per la parte balistica e Marzio Capra per quella biologica.

L'ipotesi dell'accusa, suffragata ormai da diverse testimonianze è che sia stato il parlamentare vercellese a premere il grilletto del minirevolver di sua proprietà da cui è partito il colpo che ha ferito il 31enne Luca Campana. 

Pozzolo invece ha sempre sostenuto di non aver sparato.

La perizia

Il contenuto della perizia balistica, di cui emergono alcuni aspetti, sembra avvalorare l'ipotesi dell'accusa. Nelle conclusioni si legge infatti che nel momento dello sparo, il revolver si trovava a «un'altezza tra i 3 e i 5 centimetri dal piano del tavolo, con la canna diretta verso la posizione di Campana. Il proiettile, dopo aver urtato il tavolo, terminava la sua corsa contro la coscia dell'uomo, a una distanza di 80/90 centimetri dal punto di partenza e a un'altezza di circa 78 centimetri dal piano di calpestio».

Secondo il perito, poi, «il revolver in sequestro era impugnato da Pozzolo Emanuele, che si trovava in posizione eretta sul lato lungo del tavolo rivolto verso il muro». Secondo la perizia, infine, non sarebbe possibile verificare con specifiche evidenze balistiche le dichiarazioni di Pozzolo che sostiene che la pistola gli sia caduta dalla tasca del giaccone, e che qualcun altro l'avrebbe raccolta lasciando partire il colpo.

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