La siccità sta diventando un problema energetico che si aggiunge a quello della guerra in Ucraina. La pioggia non serve solo per i campi e le riserve idriche, ma anche per centrali idroelettriche e termoelettriche che vanno a metano, e il ministro della Transizione ecologica è preoccupato: «Il flusso di acqua nell'idroelettrico è cruciale e anche il raffreddamento delle centrali termoelettriche», ha Il ministro ha detto all’assemblea di Elettricità futura: «Speriamo che la siccità sia una cosa contingente e che migliori con le piogge, stiamo valutando tutte le azioni da fare». Il titolare del Mite che è intervenuto nel corso dell’evento dell’associazione di Confindustria delle aziende che producono energia elettrica si è detto comunque «abbastanza preoccupato».

La centrale spenta

È notizia di oggi che Enel Green Power, controllata di Enel, ha dovuto spegnere una centrale idroelettrica a Isola Serafini di San Nazzaro, nel Piacentino, a causa della secca del fiume Po.

Si tratta di una centrale dalla potenza di 80MW, Enel ha comunicato al gestore di rete Terna che sopperirà, molto probabilmente con energia fotovoltaica. Dal punto di vista del sistema secondo i tecnici del settore al momento non si registrano criticità.

L’impianto idroelettrico, a quanto ha confermato Enel Green Power all’Ansa, ripartirà solamente a seguito del ripristino delle condizioni idrauliche sufficienti all'esercizio dell'impianto stesso. L’impianto produce energia elettrica sfruttando il dislivello creato dallo sbarramento sul fiume Po, in un punto in cui il corso d'acqua forma una grande ansa naturale di circa 12km di lunghezza ma il fiume è sotto il livello necessario.

Per ora, nel comune, ancora nessuna ordinanza riguardo alle irrigazioni, ma si attendono al più breve decisioni da parte degli organi preposti. Il sindaco di Monticelli d'Ongina, Gimmi Distante, uno dei comuni a cavallo del territorio di Isola Serafini, prevede lo stato d’emergenza: «Ci arrivermo,che sia un comune o una intera area a doverlo proclamare, penso che ci arriveremo».Per i sindaci serve un coordinamento interregionale «perché è una situazione dell'Emilia Romagna come della Lombardia. Se non ci sarà un input centrale, allora saremo sicuramente noi sindaci che ci attiveremo».

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