L’ intenzione èi tenere d’occhio il tempo di permanenza nelle cabine dei grandi elettori M5s per avere certezza che parlamentari e delegati regionali votino effettivamente scheda bianca come indicato dai vertici alla prima chiama per l’elezione del presidente della Repubblica.

È questa l’indicazione ricevuta dai direttivi dei gruppi parlamentari delle due camere dai piani alti del Movimento 5 stelle: l’ennesima prova di come il presidente dei Cinque stelle Giuseppe Conte non abbia il controllo dei propri gruppi parlamentari. Per avere la prova della fedeltà, ha bisogno della sorveglianza dei suo grandi elettori.

Le strategie

Deputati, senatori e delegati regionali del M5s hanno discusso di nuovo la sera prima del giorno del voto della strategia da tenere alla prima chiama di stasera. Che il partito si imbarchi nell’impresa senza un candidato di bandiera non è più un segreto. 

Ora, per avere la certezza che i grandi elettori rispettino le indicazioni arrivate dall’altro, gli uomini di Conte controlleranno quanto tempo ciascuno di loro passerà in cabina: chi ci metterà troppo sarà sospettato di non aver seguito la linea dettata dai vertici. 

Eppure, la delegazione Cinque stelle è la più grande in parlamento. Conte stamattina arrivando a palazzo Montecitorio ha ribadito che il Movimento non pone veti su nessun nome: «Abbiamo chiesto dall'inizio, e mi fa piacere adesso che sia un punto condiviso, una personalità di alto profilo, autorevole, che possa essere ampiamente condivisa e ci renda tutti orgogliosi di essere ben rappresentati», ha detto mentre raggiungeva Enrico Letta e Roberto Speranza. 

I candidati

Dalla riunione del centrosinistra è poi uscita l’indicazione definitiva di votare scheda bianca al primo voto, ma dopo il sostanziale fallimento della candidatura dell’ex ministro e fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi si continua a lavorare per una candidatura alternativa.

Tra i grandi elettori del Movimento continua a raccogliere molti consensi un possibile Mattarella bis, ma piace anche un altro nome, evocato nelle ultime ore per sostituire Mario Draghi in caso di trasloco al Quirinale oppure come candidato per il Colle: quello di Elisabetta Belloni, direttore generale del Dis, il dipartimento dei servizi segreti. 

Pubblicamente, però, il presidente del Movimento continua a chiedere che Draghi resti a palazzo Chigi: «L'obiettivo è preservare la continuità dell'azione del governo. Non possiamo trascurare che ci sono famiglie, imprese, cittadini che ci guardano e non possono pensare che ci fermiamo per dei mesi per formare un nuovo governo e scegliere un nuovo premier. Abbiamo un premier autorevolissimo, gli abbiamo chiesto di portare a termine dei risultati». 

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