La premier ha detto che il papa ha «rotto gli schemi, diceva di non aver paura di andare controcorrente, se serve a fare cose buone». L’affondo di Schlein: «Quello che non merita è l’ipocrisia di chi non ha mai ascoltato i suoi appelli e ora annega tutto nella retorica», ricordando soprattutto il comportamento nei confronti dei migranti e dell’accoglienza
Camera e Senato in seduta comune si sono riuniti per commemorare papa Francesco, morto il 21 aprile scorso.
Alla commemorazione ha partecipato anche la premier Giorgia Meloni, che oggi avrebbe dovuto partecipare a un question time, slittato alle prossime settimane.
I presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, hanno svolto il loro intervento istituzionale, ricordando l’impegno del papa «per gli ultimi del mondo» e il suo lavoro «per la pace, il bene comune e il rispetto della dignità di ogni persona», sottolineando la sua ultima presenza in piazza San Pietro per il giorno della Pasqua.
La Russa ha ricordato anche la sua inedita presenza, la prima per un papa, nell’aula del Senato per la commemorazione della morte dell’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
L’intervento di Giorgia Meloni
La premier Giorgia Meloni ha preso la parola per ultima alla commemorazione alla Camera, dopo gli interventi di tutti i gruppi.
Meloni ha detto che il papa «ha guidato la chiesa in tempi complessi e spesso imprevedibili» e non si tratta solo di omaggiare un protagonista, «ma un uomo che anche a me personalmente ha dato molto di più».
Poi ha raccontato il suo rapporto personale con Bergoglio, «con cui non esistevano barriere, non creava distanza con l’interlocutore» e «lui poteva vedere la tua anima». Ha espresso la sua gratitudine, e ricordato l’ultimo consiglio: «Non perda mai il senso dell’umorismo».
Ha ricordato il suo voler tornare in piazza e il suo essere papa «degli ultimi e delle periferie, fisiche ed esistenziali» e lo ha fatto «rompendo gli schemi, perché diceva di non aver paura di andare controcorrente, se serve a fare cose buone».
A livello internazionale, ne ha sottolineato le doti di diplomazia e i suoi viaggi, con le sue richieste di pace, «anche quando le sue parole potevano essere strumentalizzate, che però rappresentano per noi oggi un richiamo alla responsabilità».
Fratelli d’Italia
Galeazzo Bignami, capogruppo di FdI, ha detto che «non è stato un papa facile, non ha voluto esserlo, scegliendo un nome che nessuno dei suoi predecessori si era imposto» e «non ha mai rinunciato a dire quel che pensava».
Questo lo ha esposto a «tentativi di catalogazione», cercando di «considerarlo esponente dei progressisti» e chi al contrario lo annoverava «tra i conservatori». Ma «il papa non segue le categorie ideologiche e parla a tutti».
Partito democratico
Elly Schlein ha detto che «papa Francesco non ha mai fatto sclete allo scopo di essere amato, ha manifestato al mondo le sue idee, con il rispetto di tutti e anche con fermezza», ha ricordato i suoi interventi in materia di «ambiente, giustizia sociale» e così ha raggiunto «credenti e non credenti».
«Non tutti hanno avuto il suo coraggio di guardare negli occhi gli ultimi», ha detto Schlein, che ha ricordato la sua frase: «Se una persona è gay chi sono io per giudicare».
Ha ricordato la sua visione innovativa «che ha messo insieme il grido della terra e il grido dei poveri, con una visione del mondo che è speranza di un mondo migliore».
Ha sottolineato le sue critiche al «capitalismo sfrenato che schiavizza le persone» e il suo impegno costante per la pace e contro una corsa generalizzata al riarmo.
«Quello che non merita è l’ipocrisia di chi non ha mai ascoltato i suoi appelli e ora annega tutto nell’ipocrisia», è stato l’affondo di Schlein, rivolta alla maggioranza e ricordando soprattutto il comportamento nei confronti dei migranti e dell’accoglienza. «Il modo migliore di commemorarlo è coglierne l’esempio di coerenza».
Lega
Simonetta Matone della Lega ha ricordato che la Chiesa «è un popolo in cammino, che rispetta a tutti. La sua rivoluzione copernicana è riuscita solo in parte, perché la Chiesa si regge sul suo essere innovatrice ma anche immutabile, e questa forse è la sua forza».
Matone ha ricostruito la sua dottrina, ricordando le «durissime parole sull’aborto e quelle addirittura brutali sull’omosessualità in Vaticano».
Lo ha ricordato come «misericordiosamente severo» e «sarà la Storia a giudicare le tante luci e le ombre del suo pontificato. A noi rimane la sua ultima immagine di esposizione al martirio per salutare il suo popolo nell’ultimo giorno di vita».
Movimento 5 Stelle
Giuseppe Conte ha sottolineato la «portata rivoluzionaria» del papa che ha «sempre difeso i più fragili, perché – diceva – ai poveri di oggi non si perdona nemmeno la loro stessa povertà». Ha sottolineato come il suo stare tra la gente dovrebbe essere un insegnamento anche per chi fa politica: «Ciascuna forza politica può sentirsi sfidata da alcune sue posizioni e contraria ad altre, ma certamente è stato il più grande riferimento morale in questo momento in cui prevalgono le parole d’odio».
«Si è sempre tenacemente schierato contro ogni guerra e a favore di tutte le vittime dei conflitti» e «diceva che la pace non si costruisce con le armi ma tendendo le mani», ha ricordato Conte.
«Ora che non c’è più viene celebrato da tutti, anche chi ha continuato a ignorare i suoi messaggi di dolore contro le ingiustizie del mondo. il modo migliore per ricordarlo è non lasciar cadere nel vuoto la sua personale testimonianza», ha concluso.
Forza Italia
Il capogruppo di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha sottolineato che si atterrà a commemorare il papa e non ha fare politica, dicendo che non entrerà nel merito anche «delle tante ipocrisie che hanno accompagnato anche il pontificato di Francesco».
Su «famiglia e vita abbiamo trovato un grande insegnamento, seppur un po’ dimenticato», ha detto, ricordando le sue parole contro l'aborto.
Quanto alla pace, «che deve fare un papa se non esortare i popoli alla convivenza. Ma è stato fonte di equivoco, soprattutto sull’Ucraina», è stato un papa «osannato su alcune questioni e oscurato su altre, perché anche il mondo della comunicazione ha le sue logiche» e «molti lo citano sempre ma non seguono il percorso della fede, perché lui era il capo della cristianità».
Noi Moderati
Maurizio Lupi ha espresso la sua «gratitudine» nei confronti del papa, per «la sua vita e il suo magistero. Trovo superfluo stare a discutere se sia stato progressista e conservatore, è stato entrambe le cose perché la Chiesa progredisce nella storia e conserva la tradizione».
Lupi ha ricordato il suo incontro con Francesco insieme alla Guardia costiera. «Lasciamo agli storici la valutazione sulla sua politica ecclesiale, noi da politici siamogli grati per il suo richiamo a vivere la politica con la dimensione della gratuità e ha esortato i giovani a non rimanere alla finestra». Non ha dimenticato il suo ultimo appello: «La visita agli uomini in carcere, mettendoci davanti al limite di tutti noi e che non c’è giustizia senza misericordia».
Italia Viva
Matteo Renzi ha citato il Vangelo secondo Giovanni e Fabrizio de André: «Il papa ci insegna come vivere e Bergoglio ci ha anche insegnato come morire, in mezzo ai nostri obblighi e alla nostra gente».
Però «è molto buffo che ciascuno di noi tenti di accaparrarsi un pezzettino dell’eredità, chi lo ricorda per i carcerati dimentica le sue parole sulla famiglia e sull’aborto, chi lo ricorda per la famiglia non ricorda le parole sui migranti».
Renzi ha detto che «c’è stata una grande lezione di laicità da parte di papa Francesco, perché quando lo ho incontrato più volte lo ho incontrato da solo prima che votassimo sulle unioni civili e mai anche in un solo incontro mi ha detto alcun che sul fatto che il nostro governo mettesse la fiducia».
«É tipico dei farisei piangere per il papa e non ricordare il grido di dolore sui lager di migranti, è tipico dei farisei ergerlo a icona della sinistra e non ricordare le sue prescrizioni morali», ha detto.
Avs
Luana Zanella ha espresso cordoglio per la morte del papa, che «ci ha procurato dolore profondo, accompagnato a grande preoccupazione per il futuro che ci appare ora più buio e incerto».
Ha sottolineato come «i potenti della terra non lo hanno mai amato» e il timore «che possa prevalere la legge del più forte, in mancanza di una voce forte come quella di Francesco, capace di farsi ascoltare da credenti e non credenti».
Anche Zanella ha ricordato l’impegno del papa per la «conversione ecologica integrale, che impegnasse ogni essere umano. Aveva scelto non a caso di chiamarsi Francesco».
Azione
Elena Bonetti ha sottolineato l’esempio per la politica del papa, che ha «vissuto in un tempo difficile, che nel suo magistero ha attraversato fino alla fine».
Lo ha definito «operatore di fraternità e costruttore di ponti tra le religioni» e «ha aperto la chiesa come la casa di tutti, dove anche le donne sono state richiamate a fare la loro parte».
Misto
Il senatore Luigi Spagnolli, del gruppo delle autonomie ha ricordato che i punti chiave del papa sono stati «i migranti e i carcerati, i due momenti fondamentali: Lampedusa e Regina Coeli».
Ha sottolineato il suo impegno, con «la denuncia della terza guerra mondiale, la crisi migratoria come sfida di questo secolo» e «l’impegno per la transizione ecologica».
Dieter Staeger ha aggiunto che «il papa ha saputo parlare al cuore del mondo, capace di abbracciare ogni persona, soprattutto chi non aveva voce» e ha ricordato la rinuncia di Benedetto VXI: «Due papi diversi uniti dalla stessa fede profonda».
Benedetto Della Vedova, di Più Europa, ha ricordato il rapporto del papa con Marco Pannella e la sua partecipazione al dramma dei detenuti con le visite a Regina Coeli «e di migranti il papa parlò nella sua visita a casa di Emma Bonino, incitandola a guarire per riprendere le sue battaglie». Sul fine vita, invece, «è rimasto intransigente», mentre «praticava l’autodeterminazione sulla sua salute».
© Riproduzione riservata