- Il Dpcm che individua i servizi necessari ad assicurare il «soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona», dove si potrà accedere senza “green pass”, presenta diversi profili critici sotto il profilo della ragionevolezza.
- Servirebbe maggiore trasparenza per far comprendere i criteri posti a base di certe scelte. È necessario spiegare il motivo per cui in libreria o in tabaccheria si può entrare solo da vaccinati, guariti o con tampone negativo e perché invece questa esigenza non sussista, ad esempio, nei negozi di animali.
- I verbali del Cts vengono resi pubblici 45 giorni dopo le relative riunioni, mentre andrebbero pubblicati quanto prima, per far comprendere la “ratio” delle decisioni.
L’ultimo decreto legge, che ha segnato l’ennesimo giro di vite sull’uso della certificazione verde Covid, è stato completato con un importante tassello: il Dpcm che individua i servizi necessari ad assicurare il «soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona», ove si potrà accedere senza la certificazione, quindi liberamente. Tutti gli esercizi non esentati dal Dpcm vanno così ad aggiungersi a quelli dove è già previsto possano entrare solo i possessori di “green pass” base



