L’esito delle regionali in favore del centrodestra sia nel Lazio che in Lombardia era considerato scontato. Lo era invece meno invece il risultato delle preferenze ai singoli candidati, determinate per ristabilire i rapporti di forza non solo tra partiti di maggioranza ma anche e soprattutto dentro Fratelli d’Italia. Numeri alla mano, la Lega ha retto in Lombardia con un positivo 16,5 per cento, in crescita anche rispetto al 13 delle politiche, e anche nel Lazio ottiene l’8,6 per cento. Peggio è andata a Forza Italia, che si è fermata al 7,2 per cento in Lombardia e all’8,4 per cento nel Lazio, dimezzando i consensi rispetto al 2018. Tuttavia, Fratelli d’Italia non ha del tutto cannibalizzato gli alleati, dunque il contraccolpo di governo è scongiurato. Dentro Fratelli d’Italia, tuttavia, è partita la conta interna per vedere chi dei colonnelli è riuscito a ottenere il miglior risultato.

Lazio

Nel Lazio Fabio Rampelli può sorridere. Rifiutato come candidato presidente e messo ai margini dal partito, è riuscito tuttavia a far valere il suo forte radicamento sul territorio e a far eleggere tutti i suoi candidati. In particolare, a Roma sono risultati eletti i rampelliani doc Fabrizio Ghera, ex assessore della giunta Alemanno e quinto su 13 consiglieri e con oltre 10 mila preferenze, e Marika Rotondi, con 7.600 voti. Inoltre, potrebbe rientrare nel riconteggio dei voti anche Fabio de Lillo, di antica amicizia con Rampelli. 

Un risultato importante per l’ex braccio destro di Meloni, che così si è garantito una truppa di fedelissimi alla Pisana, da dove consolidare il suo spazio politico di minoranza dopo una campagna elettorale fratricida. In particolare Ghera punterà ad ottenere un assessorato, diventando così l’avamposto della minoranza interna in giunta. I risultati migliori, però, sono quelli di Giancarlo Righini e Micol Grasselli, entrambi candidati del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida che hanno corso in coppia. Il primo ha totalizzato 21 mila preferenze ed è consideato sì d’area “lolliana” ma sufficientemente forte da muoversi anche in autonomia. La seconda ha ottenuto quasi 20 mila preferenze, staccando di oltre settemila voti il terzo eletto, Massimo Maselli.

Nel mezzo ci sono gli uscenti e rieletti Antonio Aurigemma, proveniente da Forza Italia e Laura Corrotti, dalla Lega, tra i dieci più votati. Entrambi decisamente autonomi e forti di un loro elettorato, non sono ostili a Rampelli e difficilmente possono essere assimilabili alla squadra dei fedelissimi di Meloni,  assimilabili alla squadra della cosiddetta “generazione Atrju”. .  

Tra i 22 consiglieri eletti da Fratelli d’Italia – contro i 3 della Lega e 3 di Forza Italia, più uno per la civica di Rocca e uno per l’Udc – ci sarà buona parte della nuova giunta del neo presidente, Francesco Rocca. Il posto di vicepresidente dovrebbe toccare a Roberta Angelilli, anche lei candidata d’area di Lollobrigida. Alcuni assessori verranno però scelti fuori dal consiglio e la corsa è già cominciata, con una rosa di nomi che vengono dalle precedenti giunte Storace e Poverini. Il posto più ambito è quello alla Sanità: Rocca, da ex presidente della Croce rossa, pretende di avere voce in capitolo ma non sarà semplice per un civico aggirare le rigorose dinamiche del partito vincitore.

Lombardia

Anche in Lombardia le elezioni sono state positive per i colonnelli di Fratelli d’Italia, fedeli sostenitori di Giorgia Meloni, ma solo fino a che le cose continueranno ad andar bene. In particolare, l’europarlamentare Carlo Fidanza, storico rivale di Meloni al congresso di Azione giovani del 2004, coinvolto nell’inchiesta Lobby Nera di Fanpage e diventato punto di riferimento per la destra radicale lombarda, ha fatto un en plein dei suoi candidati.

A Milano è stata eletta la sua coppia di punta, formata dal consigliere regionale uscente Marco Alparone (passato a FdI da Forza Italia) e Chiara Valcepina, consigliera comunale milanese, anche lei ripresa da Fanpage durante eventi in cui si inneggiava a Hitler e al nazismo. Con 7.700 voti lui e 5.400 lei ora sperano di vedersi assegnato un assessorato (di Alparone addirittura si parla di una possibile vicepresidenza, ma su questo dovrà vedersela con il peso massimo Romano La Russa).

In quasi ogni provincia, Fidanza è riuscito a far eleggere uno dei suoi. A Lecco piazza l’unico eletto di Fdi, Giacomo Zamperini, a Varese fa eleggere Francesca Caruso, a Brescia Diego Invernici. A Bergamo elegge Michele Schiavi, che a 23 anni è il più giovane consigliere della regione, oltre ad essere sindaco del paesino di Onore («un nome un destino», commentava littoriamente Fidanza dopo la sua elezione nel 2019). Infine a Pavia, Fidanza piazza Claudio Mangiarotti.

Contando che Fratelli d’Italia ha eletto 22 consiglieri, tra candidati appoggiati direttamente e altri a lui vicini, Fidanza può contare più o meno su un terzo della pattuglia a Palazzo Lombardia.

Non significa che gli altri colonnelli siano andati male. Mantovani, potentissimo ex vicepresidente regionale di Forza Italia e ora uomo sul campo della coordinatrice di FdI Daniela Santaché, riesce a far eleggere il suo candidato di punta, Christian Garavaglia, che a Milano sgomina ogni concorrenza con 10mila preferenze.

Dietro di lui e dietro il “fidanzato” Alparone (termine inventato dai sostenitori di Fidanza al già citato congresso di Azione giovani del 2004), è stato eletto con quasi 6.700 preferenze Franco Lucente, sostenuto dal deputato Marco Osnato, anello di congiunzione tra il partito e le categorie produttive e professionali, genero di Romano La Russa, ma considerato politicamente piuttosto indipendente. Con questo voto la Lombardia è diventata una regione di Fratelli d’Italia. Che lo sia anche di Giorgia Meloni, però, è un altro discorso.

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