Giuseppe Conte va allo scontro con il governo cavalcando lo screzio con Guido Crosetto, che gli aveva dato del «deficiente». Il commento, fatto durante il fuorionda di un’intervista, è stato diffuso da Striscia la notizia giovedì sera. Venerdì il ministro della Difesa aveva presentato le proprie scuse al leader del Movimento 5 stelle. 

Conte ha accettato le scuse, rilanciando sulla discussione a proposito del nuovo invio di armi diretto in Ucraina. «Perché il governo ha deciso di escludere la voce del parlamento su armi e guerra? Gli italiani hanno il diritto di sapere» scrive l’ex premier su Twitter. 

Il riferimento è alla bocciatura dell’ordine del giorno presentato a Montecitorio giovedì a prima firma di Conte e sostenuto anche da Alleanza Verdi e Sinistra. Il Pd non ha partecipato al voto. Nel testo, il Movimento 5 stelle chiedeva che il governo riferisse in parlamento sul nuovo invio.

Il contesto

In realtà non è del tutto vero che l’esecutivo abbia deciso di «escludere la voce del parlamento». Il governo per il momento resta intenzionato a procedere secondo la strada tracciata dal vecchio governo, che condivideva la lista degli armamenti solo con il comitato per la sicurezza nazionale, senza portare la discussione in aula, anche per evitare un passaggio parlamentare che metterebbe in difficoltà la maggioranza vista la diversità di vedute sulla Russia da parte dei tre partiti che sostengono il governo. 

Per il momento, il nuovo Copasir non si è ancora riunito per eleggere il presidente, che con grande probabilità a questo punto sembra poter essere l’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini del Pd. La convocazione doveva essere per giovedì, ma l’appuntamento è stato rinviato a data da destinarsi. Una volta insediato, presto sarà confrontato proprio con il decreto interministeriale su cui stanno lavorando Giorgia Meloni e Crosetto stesso. 

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