Sfuggire ai nemici o vincerli in una sfida mortale significa in ogni tempo, per il potente, avvertire in sé una misura accresciuta di vita. Per chi ha a cuore la democrazia come partecipazione e deliberazione plurale, non resta che resistere a questa aggressione con tutte le armi che compongono il repertorio dell’agire politico
«L’istante del sopravvivere è l’istante della potenza», scrive Elias Canetti nel suo capolavoro di antropologia politica del 1960, Massa e potere. Sfuggire ai nemici o vincerli in una sfida mortale significa in ogni tempo, per il potente, avvertire in sé una misura accresciuta di vita. È alla luce di questa radice psichica profonda del potere che si possono leggere le conseguenze politiche della sentenza dei giudici di Palermo su Matteo Salvini nel processo Open Arms. Forse una condanna avrebbe



